Difficilmente qualcuno si sarà fatto convincere dagli inviti, ma che la Siria continuasse fino a pochi giorni fa a incoraggiare i turisti a recarsi nel Paese è quanto meno singolare, nell'estate che ha visto il turismo in Egitto duramente colpito dagli scontri al Cairo.
Eppure, come riporta "L'Agenzia di Viaggi", pare che ancora a fine agosto il ministero del Turismo di Damasco invitasse i turisti internazionali a recarsi in Siria. E così, tra gli inviti ai siti archeologici siriani pubblicati da SyriaTourism.org e le informazioni circa la mancanza di criminalità cittadina diffuse da Visit-Syria.org, il Paese al centro dell'attenzione e della tensione mondiale ha continuato a promuovere il turismo fino a non molto tempo fa. Ma, c'è da scommetterci, in pochi avranno accolto gli inviti.
Non importa se il Paese è dilaniato da una mostruosa guerra civile, se ora questa tragedia rischia di innescare un conflitto internazionale dagli sviluppi imprevedibili: il governo di Bassar al Assad continua a promuovere il turismo in Siria, che a gennaio del 2011 accoglieva oltre otto milioni di visitatori internazionali (incassando il corrispettivo di oltre 8 miliardi di dollari l’anno) in crescita di oltre il 40% dal 2009 malgrado l’embargo Usa.
Sembra che a tutto questo stato di cose sia rimasto ancorato il ministero del Turismo di Damasco, che, come ha scoperto Brian Merchant, redattore del magazine online Motherboard, in una nota del 25 agosto annunciava iniziative per “continuare a fare della Siria una destinazione turistica internazionale di richiamo in tutto il mondo”. Inoltre solo 24 ore dopo la strage chimica di Ghouta, Assad ha emesso una circolare in cui si incoraggiavano lo sviluppo del turismo e la protezione dei diritti dei consumatori: come nulla fosse.
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