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L’Italia intende aumentare il flusso turistico dalla Cina facendo leva sul “2018 Anno del Turismo Europa-Cina” e puntando sui Borghi, i siti Unesco e la Via della Seta

Proclamato Anno del Turismo Europa-Cina, il 2018 si è aperto a Venezia con la firma di un protocollo di collaborazione siglato dai rappresentanti del Governo cinese e del Governo italiano. Venezia, non a caso, perché una delle linee individuate nel documento è proprio lo sviluppo di iniziative congiunte per valorizzare la regione occidentale della Via della Seta Marittima, che ha appunto Venezia al centro.

Il protocollo rientra a pieno titolo nel 13° Piano Quinquennale Cinese (2016-2020) e nel Piano Strategico per il Turismo Italiano (2017-2022) e si propone di favorire gli scambi e la collaborazione tra l’Italia e la Cina in ambito turistico, per sviluppare il turismo sostenibile e le destinazioni globali.

Le altre linee individuate nell’accordo vertono principalmente sulla valorizzazione nei rispettivi Paesi delle destinazioni turistiche alternative ai tradizionali circuiti, in ottica di promozione del turismo sostenibile, con particolare attenzione ai Borghi e ai siti UNESCO e sul miglioramento degli standard di accoglienza specifici volti a facilitare la visita in Cina dei turisti italiani e in Italia da parte dei turisti cinesi. Il protocollo intende inoltre favorire lo sviluppo di strategie comuni per la promozione turistica e culturale, secondo le linee individuate dal Forum culturale Italia-Cina nonché lo scambio reciproco dei dati sui flussi turistici.

Sullo sfondo c’è un mercato che per l’Europa vale 11,4 miliardi di dollari l’anno, tanto hanno speso i turisti cinesi nel 2016. L’Europa come destinazione vale il 9,3% dei viaggi dei cinesi all’estero e lo scorso anno ha visto un incremento del 26,3% delle prenotazioni. Sempre nel 2016, secondo European Travel Commission, sono stati 12,4 milioni gli arrivi dei turisti cinesi in Europa, di questi 1,6 milioni hanno visitato l’Italia. Le previsioni per l’Europa sono di raggiungere i 20 milioni di arrivi nel 2022.
Ora per gli operatori italiani si tratta di mettere in atto azioni strategiche per intercettare un flusso turistico che cresce a ritmi vertiginosi. È un mercato particolare che richiede standard minimi “chinese friendly” e un approccio diverso nel marketing, nella comunicazione, nei pagamenti.

 

 

 

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