Oggi a Bangkok riunite le opposizioni, si spera che la crisi si risolva in tempo per la festa del Songkran
In Thailandia, la crisi politica non accenna ad arrestarsi: episodi di violenza continuano a dilagare a Bangkok e nella regione Trat. In seguito alle previsioni nere su quanto la sollevazione popolare possa affliggere il turismo, il Tourism Council della Thailandia è molto attivo per sensibilizzare il governo sulle esigenze degli operatori del settore, prima risorsa economica del paese.
Piyaman Tejapaibul, capo della commissione nazionale del turismo, ha presentato un decreto legge in parlamento che contiene nuove misure per gestire gli affari di sicurezza, salvaguardare l'immagine turistica del paese e ridurre le questioni legate alle assicurazioni di viaggio. Tuttavia Tejapaibul ha dichiarato che il decreto non è sufficiente per arrestare l'emergenza: i numeri del turismo infatti miglioreranno solo nel momento in cui cesseranno gli scontri; dal momento che le prenotazioni per il prossimo trimestre restano timide e in calo, l'auspicio del capo del Tourism Council è che l'incontro di oggi tra sette organizzazioni dell'opposizione porti alla soluzione della crisi. I tour operator si stanno impegnando per continuare a mantenere i rapporti con i clienti e preparano le strategie di marketing per ripristinare la fiducia una volta che sarà terminata l'emergenza.
I numeri però remano contro: a gennaio e febbraio, la Thailandia registra un meno 15% negli arrivi rispetto ad un anno fa, si stima che il danno della crisi nel primo semestre possa ammontare a 2,6 miliardi di dollari e 900mila turisti in meno rispetto al 2013. A AirAsia Thai dichiarano che la fine dello stato di emergenza firmato dal governo comporterebbe l'immediato ritiro degli allarmi di viaggio da parte di molte ambasciate. Se questo avvenisse rapidamente, la Thailandia potrebbe vivere più serenamente la festa del Songkran, il nuovo anno thai, in programma il 13 aprile.
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