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Mi affaccio dal mio balcone e ne vedo tanti altri come il mio su un cortile rettangolare, luminoso, con un’acustica che so essere buona perché quando abbiamo cantato l’inno d’Italia sembrava un teatro.

Il lockdown è una noia per molti, ma un vero e proprio incubo per le vittime di violenze domestiche. Ricordiamocelo e condividiamo il messaggio: non siete sole

La falange oplitica.
Ecco, se vi era venuta voglia di leggere questo articolo incuriositi dal titolo, adesso, probabilmente sono riuscita a farvela passare (ispirandovi anche quell’italianissimo gesto della mano che si muove su e giù all’altezza del basso ventre a rappresentare una “certa noia”).

Un viaggio intorno al mondo tra le pagine social delle destinazioni. Ecco alcuni esempi di chi ha deciso di restare on line condividendo messaggi di responsabilità ma anche di speranza

L’emergenza sanitaria che ha colpito non solamente l’Italia ma il mondo intero sta letteralmente stravolgendo la nostra quotidianità. Gli sforzi colossali prima del governo cinese e poi di quello italiano – vediamo cosa accadrà nel resto del mondo – hanno messo in atto azioni piuttosto aggressive sul fronte delle restrizioni delle libertà personali.

I bambini stanno bene. Ogni mattina di quarantena questo è il mio primo pensiero. Il mondo soffre, migliaia di persone muoiono senza sosta, ma gli innocenti della strage questa volta non sono i bambini.

Quando la paura prende il controllo, e la razionalità viene meno, scopriamo di essere fragili, in balia delle nostre emozioni spesso incontrollabili, impegnati solo a seguire istintivamente quello che ci dà un senso di sicurezza, senza poterci soffermare sulle nostre decisioni per magari farne altre migliori.

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