Il progetto Amalake e quello che l’Italia può imparare per un turismo basato sulle destinazioni
Il turismo, in Italia e nel mondo, è all’anno zero di una nuova era. Come i calendari a cui siamo abituati contano gli anni a partire dalla nascita di Cristo, così il Coronavirus sarà uno spartiacque storico tra quello che il turismo era prima e quello che sarà dopo. E anche se al momento è complicato fare previsioni nel breve-medio termine ed è altrettanto arduo affermare quali saranno i paradigmi dell’industria dei viaggi post-Covid19, una certezza già l’abbiamo: nel turismo che verrà, quando la pandemia globale sarà finalmente superata (perché lo sarà, prima o dopo), sarà fondamentale ancora più di prima una promozione turistica che guarda alle destinazioni nel loro complesso, senza fermarsi a confini comunali, regionali o nazionali. E in tal senso può essere di esempio il progetto che come Mailander abbiamo seguito nei mesi scorsi per il Lago Maggiore.
“Amalake – Amazing Maggiore” è il nome dell’attività promossa tra Italia e Svizzera, con capofila italiano rappresentato dalla Camera di Commercio del Verbano Cusio Ossola e capofila elvetico l’Organizzazione Turistica Lago Maggiore e Valli, mentre i partner sono gli enti camerali di Varese e Novara. Un progetto transfrontaliero, il cui obiettivo specifico è quello di favorire una maggiore collaborazione tra imprese e altri attori dello sviluppo, a prescindere dalla sponda del Lago.
In particolare, il target a cui ha mirato il progetto è quello dei turisti cosiddetti attivi del Nord Europa: Germania, Finlandia e Danimarca sono i Paesi dove tra gennaio e febbraio Amalake è stato promosso, con la presenza a fiere turistiche, attività di ufficio stampa e relazioni pubbliche, raccontando con guide professioniste del territorio lo straordinario patrimonio di bellezza e di opportunità che il Lago Maggiore e le sue valli offrono ai viaggiatori internazionali.
Parlare adesso delle attività di outdoor o dell’enogastronomia o dei musei e dei punti di interesse culturale del Lago Maggiore può sembrare fuori luogo, considerato l’obbligo di restare a casa ormai comune a gran parte del mondo. Ma può essere proprio questo il momento in cui viaggiare almeno con la fantasia grazie a Internet, vedendo con i propri occhi quello che il Lago Maggiore ha da offrire, prendendo spunto per un prossimo tour da fare finalmente in loco: www.illagomaggiore.it.
Ciò che ci preme sottolineare in questo momento, piuttosto, è il modello integrato di promozione turistica transfrontaliera. Su questo giornale e nella nostra agenzia, sottolineiamo da sempre quanto sia importante “fare sistema”, unire le forze per essere competitivi nel mercato globale: abbiamo sempre privilegiato questo tipo di progetti e continueremo a farlo, nella ferma convinzione che una persona, quando viaggia, lo fa proprio per superare i confini e per godere delle possibilità di svago e arricchimento culturale che le destinazioni offrono a prescindere dal Comune, dalla Regione o dallo Stato in cui si svolge un evento, in cui si trova un monumento, un parco, una vallata, un percorso ciclistico o un ristorante.Quando questo periodo sarà finito, il turismo di tutto il mondo dovrà ripartire, per dare sviluppo a un comparto che vale circa il 10% del PIL mondiale e che fino a inizio 2020 era in continua crescita. Siamo nell’anno zero, abbiamo detto, e nella ricostruzione che ci sarà ogni professionista che lavora nel settore travel dovrà dare il massimo. Ma già oggi ci sentiamo di dire che l’unico modello che potrà funzionare, quando saremo nuovamente liberi di muoverci dove vorremo, sarà quello che abbatte i confini, come ha fatto il Lago Maggiore con il progetto Amalake.
Claudio Pizzigallo
Twitter @pizzi_chi
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Immagine di copertina di Roberto Maggioni