Dal Veneto al resto d'Italia, l'associazione che ha come obiettivo l'abbattimento delle barriere per rendere pienamente accessibile il turismo legato al vino nelle cantine italiane. Sabato 9 maggio convegno a Conegliano (Treviso)
L'accessibilità e l'enologia rappresentano due fattori di crescente importanza nel turismo odierno, sempre più attento a nuove opportunità per sviluppare, migliorare e valorizzare il patrimonio turistico e culturale italiano.
Dal Veneto, che sulla cultura del vino e su quella dell'accessibilità ha dimostrato di essere particolarmente attenta, arriva la notizia di un progetto che unisce questi due aspetti: "Cantine senza barriere", tra enoturismo e turismo accessibile.
Cantine senza Barriere è un progetto nato per la qualificazione del territorio, muove i suoi primi passi nella regione Veneto, dove la realità vitivinicola è predominante e in forte espansione da ormai molti anni. E sabato 9 maggio si terrà a Conegliano (Treviso) il convegno dal titolo "Qualità per tutti – Quality for all".
"In un mondo sempre più aperto e caratterizzato dal progressivo abbattimento delle barriere, il turismo accessibile è sempre più strumento fondamentale per lo sviluppo turistico di un territorio, soprattutto tenendo conto delle previsioni di crescita significative anche nel nostro Paese" si legge nel comunicato stampa ufficiale. "Turisti che cercano la qualità del prodotto ma anche dell'accoglienza per tutti. La capacità di incontrare le esigenze del turismo accessibile diventa elemento differenziante e di qualifica di una impresa, di un prodotto e di un territorio".
Il progetto "Cantine senza Barriere", attivo in Veneto e Trentino Alto Adige, propone quindi questo nuovo convegno, che si terrà sabato 9 maggio a Conegliano.
Presenterà Massimo Piani, presidente dell'associazione, a cui seguiranno ospiti che toccheranno tematiche di architettura con Gianpaolo Bortolin, e ancora l'associazione "Città del Vino" che darà una visione sull'evoluzione del turismo del vino in Italia e "Spazio Cantine" sull'accoglienza dei territori.
Nell'occasione verranno presentate alcune delle cantine che hanno già aderito al progetto: Cantina Mori Colli Zugna di Trento, Cantina Tramin di Termeno, Cantina Val d'Oca di Valdobbiadene e la Cantina La Tordera di Vidor.
Aderendo a Cantine Senza Barriere, oltre a condividere questa nuova visione della qualità inclusiva e visibilità della propria offerta in aggregazione alle interconnesse reti italiane ed europee operanti nel settore del turismo accessibile, si può ottenere una prima check list della propria struttura, preludio alla certificazione volontaria che riguarderà il soddisfacimento delle esigenze da parte delle persone con una disabilità motoria, sensoriale, cognitiva permanente o temporanea.
"Il vino vuole farsi portavoce di un mondo aperto e sempre più etico, a misura di tutti. Un obiettivo che le Città del Vino vogliono sostenere attraverso il progetto Cantine senza Barriere. La disabilità oltre a rappresentare diritti particolari e maggiori tutele è una voce già attiva del settore turistico, che muove circa 127 milioni di persone nel mondo, di cui 90 milioni soltanto in Europa" ha dichiarato in una nota dell'associazione Città del Vino il suo direttore Paolo Benvenuti.
Il progetto "Cantine senza Barriere" ha cominciato a censire, per ora in nord Italia, un campione di 100 aziende, riscontrando che una quota del 20% si presenta con una "buona accessibilità", un 30% con "accessibilità media" e oltre il 40% con "accessibilità ridotta".
Il progetto, che coinvolge la rete dei 450 Comuni Città del Vino, punta in particolare a 5 obiettivi:
- un ampio censimento nazionale sul grado di accessibilità delle esperienze enoturistiche, sia in cantina e in vigna che sul territorio (infrastrutture, strade, stazioni ecc.);
- promuovere la buona progettazione e/o ristrutturazione delle cantine per renderle accessibili a disabili motori, cognitivi, sensoriali e a tutti coloro, come gli anziani, che pur non essendo disabili hanno ridotte capacità motorie. Per buona progettazione s'intende: presenza di ascensori per spostarsi con facilità da un livello all'altro; buona acustica; presenza di ampi spazi di mobilità; presenza di cartellonistica esplicativa del processo produttivo; altri elementi utili per la comprensione del ciclo di produzione; presenza di personale sensibile in materia di accessibilità e di altri fattori che promuovano la "capacità autonoma del disabile". In genere le cantine di più recente costruzione si avvicinano maggiormente a tali criteri rispetto a quelle più datate;
- arrivare a una certificazione delle cantine accessibili;
- creare buone pratiche di realizzazione sia in cantina che in vigneto e aumentare la sensibilità dei produttori su questi temi;
- sviluppare linee guida per i progetti urbanistici e i piani regolatori nei territori a forte vocazione vitivinicola.
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