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Uno studio di Unioncamere misura le ricadute del dissesto ecologico nel turismo: più di 5000 imprese hanno perso il 36% del fatturato. La principale causa sono le frane, poi l'inquinamento ambientale


Le conseguenze negative di piogge e maltempo sul turismo non si limitano alle prenotazioni annullate e alle spiagge vuote, ma hanno molto a che fare anche con l'incuria del territorio che procura calo di fatturato economico alle aziende del settore.
Secondo quanto emerge dall'Osservatorio nazionale del Turismo di Unioncamere, che ha misurato le ricadute del dissesto ecologico e ambientale registrato in Italia tra il 2011 e il 2014 sulle strutture di alloggio turistico, più di 5.000 imprese dell'accoglienza turistica hanno perso oltre il 36% del proprio giro d'affari per effetto dei danni ecologici e ambientali. Calo record di incassi nel 2014 con una contrazione media del -16,3% e picchi che superano il -18% al Sud. La principale causa di diminuzione del fatturato (68.5%) è dovuta a frane e alluvioni, seguiti dall'inquinamento ambientale (15,1%) e dai terremoti (6.5%).
"La salvaguardia e il controllo della nostra terra sono una condizione imprescindibile non solo per la sicurezza dei cittadini ma anche per la valorizzazione di questo straordinario giacimento di ricchezza che richiama ogni anno milioni di turisti da ogni parte del mondo" ha commentato Ferruccio Dardanello, presidente di Unioncamere. Dardanello ha spiegato che "i numeri ci confermano che è proprio l'industria turistica ad essere immediatamente penalizzata dall'incuria del territorio. Per questo bisogna intervenire con urgenza affinché prevenzione e monitoraggio dei nostri 8.000 campanili siano le parole d'ordine alla base di un efficace piano di sviluppo del nostro Paese".
Sono soprattutto le strutture extralberghiere, secondo Unioncamere, a registrare nell'ultimo quadriennio i decrementi piu' elevati (-37.5 %), mentre tengono meglio quelle alberghiere (-33.4%). A essere maggiormente colpite sono le imprese ricettive del Mezzogiorno che mettono a segno un decremento di fatturato del -41.1%, mentre sul fronte opposto se la cavano meglio le imprese del Nord est che, seppure in affanno, perdono il -27.4%. Ma a livello regionale ad avere la peggio sono l'Emilia Romagna, le Marche, la Toscana e la Liguria che mettono insieme il numero più elevato di strutture in sofferenza a seguito dei danni ecologici-ambientali riportati sui rispettivi territori.

 

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