Nel 2018 accolte 4,8 milioni di persone per 6,5 milioni di giornate di presenza. Bonaccini: "Un tassello importante del nostro settore turistico, da continuare a valorizzare”
Sono numeri davvero notevoli, quelli registrati in Emilia-Romagna nell’ambito del turismo congressuale per l’anno 2018. Le 1.121 strutture congressuali del territorio – che offrono una capienza complessiva di quasi 390 mila posti a sedere – lo scorso anno hanno accolto 4,8 milioni di partecipanti a incontri, meeting, congressi, convention e seminari, per un totale di circa 6,5 milioni di giornate di presenza su circa 53 mila eventi. Queste cifre si traducono in un giro d’affari di circa un miliardo di euro, pari al 20% del fatturato complessivo del turismo dell’Emilia-Romagna.
I dati arrivano dal primo studio condotto dall’Osservatorio sul turismo congressuale in Emilia-Romagna promosso da Apt Servizi Emilia Romana e realizzato in collaborazione con il Centro di studi avanzati sul turismo dell’Università di Bologna. Lo studio è stato presentato lo scorso 18 giugno in Regione dal presidente della Giunta regionale Stefano Bonaccini, dal direttore di Apt Servizi Emilia-Romagna Emanuele Burioni e dalla responsabile del progetto, Cristina Bernini, dell’Università di Bologna.
“Quello congressuale è un altro tassello importante della nostra industria turistica che continua a dimostrare grande dinamismo”, ha dichiarato con soddisfazione il presidente Bonaccini. “E proprio per sostenere un’industria che solo lo scorso anno ha portato quasi 60 milioni di presenze su tutto il territorio, continuiamo a investire per valorizzare il prodotto turistico con diverse iniziative. Il nostro obiettivo infatti è alzare gli standard e la qualità dell’offerta, aumentare l’attrattività e dare forza ad un settore pieno di sfaccettature, capace di grandi risultati e ricco di prospettive di crescita per l’intera regione”.
L’assessore al turismo e commercio Andrea Corsini ha colto l’occasione per invitare i soggetti del territorio a diventare parte attiva nel progetto di valorizzazione promosso dalla Regione: “Duplice il valore di questi dati positivi, che da un lato sono espressione della capacità ricettiva e turistica di un territorio nel suo complesso e dall’altro costituiscono un tassello rilevante per le economie locali specifiche. Capitalizzare il brand Emilia-Romagna e la sua crescente fama internazionale è l’ulteriore sfida che ora gli operatori devono saper cogliere per mettere a profitto le ulteriori opportunità di crescita che questo mercato ha, senza dubbio, ancora da offrire”.
Delle 1.121 strutture, il 33% è rappresentato dagli alberghi (che per altro ospitano il numero maggiore di eventi, pari al 56,8%), seguiti dalle sedi istituzionali (vale a dire edifici pubblici, sedi universitarie, sedi camerali e simili, che rappresentano il 29% del totale). Il rimanente 14,2% include arene, centri sportivi, teatri, cinema, auditorium e altre tipologie di spazi congressuali.
Dal punto di vista squisitamente territoriale, invece, è stata individuata una rete di strutture ben distribuita in tre distretti, Bologna, Parma e Rimini. Il primo, che oltre al capoluogo comprende anche le province di Ferrara e Modena, conta da solo il numero più elevato di sedi – 447, pari al 40% del totale – e il 42% di posti a sedere. Il secondo, con le province di Piacenza e Reggio Emilia, offre 292 strutture – pari al 26% del totale – e il 24% dei posti. Rimini, infine, con le province di Ravenna e Forlì-Cesena, dispone di 382 sedi (34%) e del 34% di posti a sedere.
Il 31,4% dei 53.072 eventi organizzati in Emilia-Romagna è di carattere nazionale, mentre la quota di quelli internazionali – Germania e Stati Uniti sono i Paesi più attivi – si attesta sul 5,4%: la prevalenza degli eventi a dimensione locale è quindi netta (63,2%). Per altro, sono le aziende i principali promotori di iniziative, che hanno organizzato il 49% degli eventi del 2018; seguono enti pubblici, sindacati e partiti politici con il 23,1% degli incontri, mentre alle associazioni va il restante 27,9% del mercato.
Quello congressuale si dimostra quindi un comparto decisamente dinamico del settore turistico: oltre a essere un importante risultato proprio di Regione Emilia-Romagna, è da considerarsi come una concreta occasione per lo sviluppo di un territorio che merita qualche riflessione.
Teresa Principato
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