La ragazza con l'orecchino d'oro: a Bologna potrebbero ribattezzare così il celeberrimo quadro di Vermeer, alla luce dell'indotto economico milionario che ha generato in città (e non solo) la mostra dedicata alla "Ragazza con l'orecchino di perla"
342.626 sono stati i visitatori, di cui il 5% stranieri. Quasi sedicimila (15.943) le camere affittate in più durante i 107 giorni della mostra, dall'8 febbraio al 25 maggio a Palazzo Fava. Come riporta il Resto del Carlino, la ragazza col turbante "ha portato a Bologna un indotto turistico da circa cinque milioni". E secondo le stime di Genus Bononiae, che ha organizzato la mostra, la spesa turistica totale (compresi i visitatori che non hanno pernottato a Bologna e i 125.000 bolognesi che hanno pagato il biglietto) sarebbe di 27 milioni di euro, "che genererebbero in un contesto come quello emiliano-romagnolo un impatto economico della mostra di addirittura 89 milioni".
In sé, riporta ancora il quotidiano bolognese, la mostra "ha chiuso con un 'rosso' di 550.000 euro da parte di Genus Boloniae" considerato che gli investimenti degli organizzatori e degli sponsor sull'evento sono stati di 1,7 milioni di euro. Senza considerare che il museo Mauritshuis de L'Aia ha preteso per contratto che non venisse comunicato il costo del prestito a Bologna. Curiosamente, peraltro, il museo olandese detiene la proprietà del quadro dal 1902, da quando lo ebbe in dono alla morte di Arnoldus des Tombe che a sua volta se lo era aggiudicato a un'asta del 1881 per l'irrisoria cifra di 2 fiorini e 40 centesimi.
Da due fiorini a 27 (o 89) milioni di euro il divario è grande, tanto quanto l'indotto e la soddisfazione che la ragazza con l'orecchino ha procurato a Bologna. E, nonostante il rosso, anche a Genus Bononiae, che negli altri musei del proprio circuito ha registrato 202.763 visite, con straordinari exploit in Santa Maria della vita (+202%) e San Colombano (+107%).
Carolina Mailander
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