L'analisi di Brand Finance e un sondaggio di PagineSì! sottolineano quanto sia necessaria una politica turistica nazionale per sfruttare al meglio il grande potenziale del nostro Paese
Da qualche stagione, ogni volta che sentiamo la parola "valutazione" associata a Italia, andiamo nel panico; per fortuna Brand Finance, l'istituto che misura il valore dei brand-nazione, non è Moodys né Standard & Poors . Il valore economico del nostro brand è stato stimato in 1,043 miliardi di dollari e si piazza al dodicesimo posto tra i Paesi del mondo.
E ci mancherebbe, con il patrimonio millenario di siti archeologici e chiese, dai paesaggi dell'arte ai musei , alla cultura del lifestyle di cui i nostri territori sono impregnati . Ma l'analisi di Brand Finance, quando valuta il rating del Paese, torna a farci salire l'ansia. Infatti non necessariamente i brand nazionali con maggior valore sono quelli con il rating più alto.
Il rating (qui il report completo) è misurato da Brand Finance valutando, oltre a indicatori generali come qualità della vita e stato delle infrastrutture, 4 macro segmenti in particolare: investimenti (capacità di attrarre investimenti nazionali e internazionali), prodotti e servizi (capacità di aumentare le esportazioni e ridurre le importazioni), persone e competenze (capacità di attrarre talenti internazionali e evitare le fughe di cervelli), turismo (capacità di attrarre visitatori dall'estero e di tenere i propri). L'Italia continua ad avere la A, ma è fuori dalla top 20 dei Paesi del mondo più forti a valorizzarsi. Dove cadiamo è, come al solito, sul "fare sistema": paghiamo l'assenza di una reale strategia sovrastrutturale nella vendita del prodotto Italia; il sistema italiano di promozione dei territori è troppo frammentato e finiamo così per vivere di rendita.
(clicca sull'immagine per ingrandirla)
Su queste pagine, ieri, ci auguravamo un 2014 in cui il governo prenda in seria considerazione la leva strategica del turismo, e l'analisi di Brand Finance non fa che confermare la necessità di una politica centrale e condivisa per l'incoming del nostro Paese. Incoming che anche nelle vacanze di Natale registra buoni numeri, segni di ottimismo, come espresso nel sondaggio dell'Osservatorio socioeconomico di "PagineSì!". 500 turisti stranieri che hanno soggiornato negli alberghi di 70 province italiane tra l'8 dicembre e il primo gennaio hanno indicato ospitalità e propensione all'accoglienza quali valori prioritari degli italiani, confermando che l'Italia è un Paese aperto, anche per il valore aggiunto dei rapporti umani che gli operatori del settore costruiscono con i clienti. Ecco perché con una strategia nazionale condivisa alla base, il prodotto Italia non potrebbe temere alcun indice di valutazione.
G.D.
LEGGI ANCHE: Buon anno? Speriamo (Governo permettendo)
Turismo e rete, segnali incoraggianti in Italia?