Previsti +3,1% di arrivi nel Belpaese e +3,5% a livello mondiale. I Paesi dell’Europa Centrale si confermano il principale mercato di origine per l’Italia con quasi 26 milioni di arrivi
Nel 2020 il turismo crescerà ancora: a livello mondiale è atteso un incremento del 3,5% rispetto al 2019, con 1,5 miliardi di arrivi; per l’Italia, in particolare, è previsto un +3,1% con 74 milioni di arrivi. Sono questi i dati elaborati e diffusi da Ciset-Ca’ Foscari grazie a TRIP, il modello di previsione dei flussi turistici che, due volte l’anno da oltre 20 anni, fornisce agli operatori del settore uno strumento accurato per valutare l’evoluzione a breve termine dei flussi da e verso l'Italia al variare delle condizioni economiche, demografiche e sociali sul mercato turistico internazionale.
In sostanza, nonostante l’incertezza dello scenario geopolitico mondiale generi una certa prudenza, i turisti del mondo non si fermano. D’altra parte è stato così anche nel 2019: i dati dell’Organizzazione mondiale del turismo delle Nazioni Unite (UNWTO), infatti, hanno descritto un primo semestre in attivo, con un +4% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente e corrispondente a 30 milioni di arrivi in più – perfettamente in linea con il trend di lungo periodo che stima un +3,8% annuo.
Nell’anno appena iniziato, sempre secondo l’UNWTO, le economie avanzate consolideranno il proprio peso sul mercato turistico globale raggiungendo la ragguardevole quota del 54%, con una crescita stimata pari al +3,2%. La crescita maggiore sarà però registrata dai Paesi emergenti (+5,8%), trainati dal Sud-Est Asiatico (+7,2%) e dall’area caraibica (+11,3%) e supportati dalla rimonta della Turchia (+13,8%) e del Nord Africa (+9,3%). L’Europa dovrebbe guadagnare un +4,2%, ma questo valore rappresenta una mediazione tra situazioni anche molto differenti tra loro, come il +6% previsto per la fascia mediterranea e il +1,8% dell’Europa Occidentale.
Le stime del TRIP di Ciset confermano il quadro evolutivo prospettato dall’UNWTO: si parla un’espansione dei flussi turistici dai Paesi più sviluppati e in particolare dall’extra-Europa (che include Stati Uniti, Canada, Australia, Giappone, America Latina e Africa), sebbene più contenuta rispetto a quella registrata nel 2019 (+3,5% contro il +4,2% dell’anno scorso).
Anche l’Italia assisterà a una crescita significativa di questi arrivi (+4,8%), soprattutto da Stati Uniti (+6,6%) e Giappone (+4,6%). Il principale mercato di origine per il Belpaese, però, rimarrà quello dei Paesi dell’Europa centrale (Germania, Austria, Svizzera, Belgio e Olanda), con quasi 26 milioni di arrivi stimati; la crescita rispetto al 2019 sarà però piuttosto modesta, assestandosi su un +1,9%. Si stima un contenuto +1,5% sia per i flussi provenienti dai Paesi dell’Area mediterranea (Francia, Spagna, Portogallo e Grecia) sia per i flussi provenienti dal Nord Europa (Svezia, Norvegia, Finlandia, Danimarca, Regno Unito e Irlanda), che continua a rappresentare il mercato meno consistente per il nostro Paese.
Sempre secondo le stime di TRIP, nel 2020 il numero di nostri connazionali sedotti da mete estere crescerà del +3,3%, con 24,6 milioni di partenze. La crescita più consistente riguarderà i flussi diretti verso l’Area mediterranea, che registreranno un +3,8% e arriveranno a coincidere con più della metà dei flussi complessivi in partenza dal nostro Paese. I flussi verso l’Europa del Nord e l’Europa centrale cresceranno rispettivamente del 3,0% e del 2,9%, mentre le partenze verso i Paesi dell’extra-Europa registreranno un incremento inferiore alla media (solo +2,2%), con gli Stati Uniti come meta più ambita (+2,9%).
Il Rapporto completo con tutti i risultati è acquistabile sul sito dell’Università Ca’ Foscari di Venezia.
Teresa Principato
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