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Il riconoscimento è stato assegnato dalla commissione speciale UNESCO riunita a Bogotà

La candidatura multinazionale per inserire l’alpinismo nella Lista Rappresentativa del Patrimonio Culturale Immateriale dell'UNESCO era stata presentata nel marzo 2018 da Francia, Italia e Svizzera. L’iter tutto sommato è stato abbastanza breve, soltanto un anno e mezzo per arrivare al prestigioso riconoscimento. Segno che la collaborazione interculturale e la cooperazione tra istituzioni diverse – club alpini, associazioni di guide, Comuni di montagna – ha prodotto un dossier di alta qualità. Di più, è facile affermare che la montagna non divide ma unisce e la candidatura ha rispecchiato fedelmente quello "spirito di cordata", che impone ai compagni di salita reciproca assistenza e una costante condivisione delle responsabilità.

Ora si festeggia a Chamonix (Francia), Courmayeur (Italia) e Orsières (Svizzera), i tre Comuni attorno al Monte Bianco da cui è scaturita l’idea della candidatura, per parte italiana coordinata dal MIBACT. Ma festeggia anche tutta la comunità alpinistica internazionale e nel nostro Paese segnatamente il Club Alpino Italiano (CAI) e il Collegio Nazionale delle Guide Alpine (CNAGAI).

Per il ministro Dario Franceschini il riconoscimento dell'UNESCO “segna un ulteriore impegno nella promozione del dialogo interculturale e della cooperazione. È inoltre la dimostrazione di una sempre maggiore attenzione mostrata dal MiBACT nel rapporto tra le politiche culturali, le comunità locali e gli impatti turistici”.

Di impatti turistici positivi e ricadute economiche potranno beneficiare tutto l’arco alpino e l’Appennino Centrale, forte del Massiccio del Gran Sasso e di una cultura della montagna nient’affatto trascurabile.

Nella lista dei beni immateriali dell'Unesco l'alpinismo è definito come "l'arte di scalare le montagne e le pareti rocciose, grazie a capacità fisiche, tecniche e intellettuali". L’annuncio è stato dato a Bogotà l’11 dicembre in concomitanza con la Giornata internazionale della montagna.

Nelle motivazioni si sottolinea che l'alpinismo è "un'arte fatta di conoscenze sulla sua storia e sui valori di cui è portatrice, ma anche di abilità, come la padronanza delle tecniche di arrampicata e di ancoraggio o l'utilizzo dell'attrezzatura” e che la cultura dell’alpinismo si basa sull'estetica degli itinerari e dei movimenti ed “esprime dei principi etici: impegno di ciascuno, economia dei mezzi, assunzione dei rischi calcolata e dovere reciproco di aiuto e soccorso”. Poggia inoltre "su forme di socialità condivise", come l'atmosfera dei rifugi, dove ci si scambia le esperienze, ed è una “pratica avulsa da qualsiasi spirito di competizione strutturata".

 

 

 

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