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Valorizzare il territorio nell’era digitale significa, innanzitutto, essere consapevoli della necessità di integrare le tradizionali strategie di comunicazione con la rete Internet e con le numerose possibilità di consultazione che essa offre.

Come si può evincere dalla tabella in basso, i canali di comunicazione che influenzano la scelta di un soggiorno sono, esperienze personali e consigli di amici a parte, sostanzialmente centrati su Internet, soprattutto per i turisti stranieri. A fronte di questo dato di fatto, la presenza online italiana, sia di tipo istituzionale, sia quella che fa capo all’iniziativa privata, dimostra un livello di arretratezza notevole. Basta ricordare il “pasticcio” legato al primo lancio del portale www.italia.it che, dopo poco tempo dalla pubblicazione, fu addirittura oscurato per via delle polemiche che ne derivarono.

Le strutture ricettive, tendenzialmente molto frammentate e quindi di piccole dimensioni, non hanno ancora sviluppato una “cultura digitale” tale da consentirgli di presidiare efficacemente la rete. Questo porta a una eccessiva dipendenza dai grandi portali internazionali di prenotazione on-line (come Booking.com, Expedia, ecc.) che, pur svolgendo efficacemente il loro compito, portano via percentuali importanti di fatturato (mediamente fra il 15 e il 20%) che potrebbero rimanere nelle tasche delle strutture ricettive se solo fossero in grado di cogliere le opportunità offerte dal web.

Per non parlare dei beni culturali e ambientali che, on-line, risultano quasi invisibili. Rare eccellenze a parte, il nostro patrimonio più importante è pessimamente indicizzato sui motori di ricerca e assolutamente privo di una strategia che porti a colpire quelle aree geografiche oggi capaci di generare flussi di centinaia di milioni di turisti ogni anno. Quanti siti italiani sono sviluppati in cinese? Quanti enti di promozione turistica presidiano i social network russi, brasiliani o indiani? Quante azioni promozionali integrate vengono lanciate su Google advertising o su facebook?

Tutti conosciamo le risposte a queste domande, inutile parlarne oltre perché oggi siamo a un bivio: o imprimiamo velocemente una spinta potentissima alla presenza digitale del “sistema Italia”, oppure accettiamo un costante (e non troppo lento) tramonto della nostra presenza nel panorama dei paesi più interessanti da conoscere e apprezzare.

 

 

Massimo Giordani - CEO di Time & Mind e Coordinatore del dipartimento di marketing turistico e territoriale dell’AISM (Associazione Italiana Marketing)

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