Un progetto che nasce da lontano quello di Enrico e Stefania, che circa quattro anni fa hanno acceso le luci di un nuovo agriturismo nella meravigliosa e un po’ dimenticata Val Graveglia, precisamente nel minuscolo paese di Botasi nella provincia di Genova.
Questa valle, ricca di giacimenti minerari, ebbe un periodo di particolare fermento a partire dalla fine dell’800, quando nel territorio furono inaugurate numerose cave di manganese, un minerale rosso e ferruginoso da cui vengono ricavati ferro ed acciaio.
Oggi il più importante di questi giacimenti, la famosa Miniera di Gambatesa, è stata riconvertita in museo, visitabile attraverso un'escursione in trenino e alcune tappe a piedi verso il cuore pulsante della montagna. Qualche chilometro all’interno infatti, si apre una vera e propria voragine scavata nell’arco di 150 anni da molti minatori provenienti da tutto il mondo: nella “lente” sono state estratte ben 600.000 tonnellate di materiale, consacrando Gambatesa dagli anni ’60 come la più produttiva miniera d’Italia e d’Europa(foto sotto dalla pagina Facebook della miniera).
Questa parentesi storica di particolare “splendore”, se così si può definire, risulta essere un tassello isolato, in quanto nonostante la sua ricchezza di materie prime quest’area è stata spesso “dimenticata” sotto molti altri punti di vista. Dimenticata dapprima a causa della sua posizione geografica, stretta tra le alte pendici dei monti Zatta e Biscia, e in seguito per non essere stata sufficientemente “convertita” in quanto valle dalla natura semi-incontaminata dove si conserva un’unica bellezza naturalistica e faunistica.
Stefania ed Enrico sono tra i pochi abitanti del luogo che hanno scelto di contribuire attivamente alla riqualificazione di questa vallata. Dopo un percorso all’istituto agrario e anni di dedizione e operatività nel settore agroalimentare e turistico, Enrico ha incontrato Stefania, proveniente a sua volta da esperienze nel settore ippico.
Così consolidando gradualmente la loro operatività sul territorio, hanno imbastito un progetto di agricoltura sostenibile. Si sono resi conto della necessità di arricchire le loro esperienze attraverso l’interazione con l’esterno, frequentando corsi di aggiornamento su temi specifici e radicando la loro conoscenza sulle tematiche di tutela della cultura locale. Dal 2014, anno in cui è stato inaugurato il ristorante a produzione quasi interamente locale e artigianale, Enrico e Stefania offrono alla loro clientela un ambiente rilassante e cordiale. Sono di loro produzione e allevamento: confetture, olio, patate, ortaggi, farine, uova, animali di piccola corte e anche asini.
“I due Somari” è appunto il nome dato a questo locale, un po’ per richiamare alla specie equina del Monte Amiata, che hanno deciso di salvaguardare dal rischio di estinzione, e un po’ per ironizzare su se stessi: dimostrando il loro disinteresse verso lo sfottò che a volte è rivolto a chi ha scelto di essere un “montanaro”.
"Gli animali sono una nostra passione da sempre" ci dice Stefania citando un passo della poesia di Giovanni Pascoli “La cavallina storna” - “frangean la biada con rumor di croste”. Prosegue con gli occhi rivolti verso l’alto: "
Il territorio su dai Somari offre una varietà di percorsi d’interesse. L’illusorio isolamento della valle – si tratta di soli 28 km dal mare
Attualmente, per trascorrere la nottata, consigliamo di cercare un alloggio nell’altrettanto suggestivo villaggio di Cassagna (a pochi km dall’agriturismo). Borgo, come molti di questa valle, che ha vissuto anni di quasi completo abbandonato a seguito dello spopolamento del dopoguerra, e che in questi anni sta ritrovando una “nuova primavera”. Dalle cittadine più popolose a valle, infatti, sono in molti quelli che decidono di “ritagliarsi” una seconda casa da queste parti.
Stefania ed Enrico, a tal proposito, ci aiutano a ricostruire alcuni passi fondamentali che contraddistinguono il recente passato e il futuro sociale di quest’entroterra.
Sul versante delle risorse molto è stato sottratto in termini idrogeologici a queste aree, estremamente ricche di tutto fuorché di un terreno semplice da gestire per l’agricoltura. Per anni l’hanno fatta da padrone le grandi operazioni volute dall’esterno. Oggi vedremo se la territorialità saprà ricostruire una vita rurale evoluta in termini di qualità della vita.