Una foto dello scontrino come condizione necessaria per una recensione online: potrebbe essere un’idea per arginare, almeno in parte, sia il fenomeno delle recensioni false – nel bene e nel male – di ristoranti e hotel, sia quello – in realtà molto più ampio e di ben più ardua soluzione – dell’evasione fiscale (con la scusa dello sconto).
Nonostante gli sforzi di TripAdvisor e simili, il fenomeno delle recensioni fasulle è ancora presente su questi sterminati portali di recensioni in rete di pizzerie, trattorie, ristoranti, alberghi, agriturismi e altre attività per turisti e non solo. A volte positive, e più che di amici entusiasti si tratta spesso di pacchetti comprati da servizi al limite della legalità. A volte negative, e tra rivali, servizi ancora più al limite e “volontari” non mancano anche in questo caso i commenti sprezzanti a pietanze e stanze mai viste dai recensori.
E allora perché non obbligare chi fa una recensione a esibire la prova che quel che si commenta lo si è effettivamente provato, allegando una fotografia dello scontrino o della fattura in cui sia visibile la data, il prezzo e se possibile anche la lista dei prodotti? Al contempo, obbligherebbe i recensori a richiedere la ricevuta fiscale per provare ai siti (e ai lettori, ma anche a ristoratori e albergatori che potranno denunciare eventuali trucchi) l’effettiva esperienza, senza la tentazione di indulgere in scambi tra voti alti e sconti così alti da far dimenticare lo scontrino.
Di sicuro non sarebbe la soluzione definitiva a tutti i mali possibili delle recensioni online, ma forse aiuterebbe a fermare una parte consistente delle recensioni inventate che alla fine danneggiano sia i titolari delle attività commerciali recensite sia gli stessi portali che pure costituiscono uno strumento prezioso per milioni di utenti.
Claudio Pizzigallo - Marketingdelterritorio.info
Twitter @pizzi_chi
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