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Un sondaggio di Isnart mostra come la stragrande maggioranza degli italiani sia convinta che la cultura possa e debba trasformarsi in risorse turistiche ed economiche

 

La cultura come elemento chiave del turismo. A dirlo non sono direttori del museo, dirigenti ministeriali o accademici dell’arte, ma la stragrande maggioranza degli italiani, convinta che il patrimonio culturale di un territorio debba essere valorizzato per attirare turisti.

Ne è convinto l’88% del campione di 1800 persone intervistate dall’Isnart, l’Istituto nazionale di ricerche turistiche; mentre sul versante opposto, ovvero tra chi pensa che il patrimonio culturale non vada gestito come una risorsa economica e turistica, si trova appena l’1% degli intervistati. Un risultato “plebiscitario”, dunque, per il binomio cultura-turismo, un risultato che secondo l’Isnart è indice di come operatori ed esperti del settore, così come i “profani”, si aspettino un profondo cambiamento nel modo con cui il sistema pubblico ha finora amministrato i beni culturali. La motivazione più diffusa (il 50% circa delle risposte) tra chi si è espresso in tal senso è infatti la consapevolezza che il patrimonio culturale è uno dei maggiori punti di forza del territorio italiano.

Molti (circa il 30%), del resto, hanno sottolineato come il processo per rendere la cultura un elemento economico-turistico sia semplicemente un modo di allinearsi a quello che accade negli altri Paesi, dove il patrimonio culturale è un potente volano di sviluppo anche economico. Un altro 20% del campione ha poi ricordato che l’Italia non può più permettersi di tenere inutilizzati i propri immensi tesori.

Guardando alle cose da fare, il 40% dei rispondenti ha affermato che la priorità sta nel migliorare la gestione pubblica dei beni culturali; il 26,2% ha indicato nella collaborazione pubblico-privato la strada da percorrere per la realizzazione di grandi progetti di valorizzazione del patrimonio culturale. Quest’ultimo dato, in particolare, evidenzia come l’esigenza di un “allargamento della missione” del bene culturale per obiettivi economici non si traduce in una richiesta di sua “privatizzazione” tout court, quanto piuttosto nell’aspettativa di nuovi meccanismi che rendano la gestione pubblica più efficiente.

Perché l’obiettivo, per gli italiani, ormai sembra essere chiaro: far fruttare a dovere il nostro immenso patrimonio di arte, storia e cultura.

 

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