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Salone del Gusto e Terra Madre – evento organizzato ogni due anni da Slow Food, Regione Piemonte e Città di Torino – si conferma come la più importante manifestazione internazionale del settore agroalimentare di qualità e di piccola scala.

Un evento che dura cinque giorni, ma le cui ricadute sono durature, incidendo profondamente sul tessuto ambientale, sociale ed economico del territorio.

A un anno dall’edizione 2014 e in vista dell’Expo 2015, gli organizzatori hanno fatto un interessante bilancio, attraverso la presentazione di tre ricerche: uno studio sull’impatto ambientale, realizzato per la terza edizione consecutiva dal Dipartimento di Design del Politecnico di Torino e dall’Università degli Studi di Scienze Gastronomiche; un’indagine, promossa dalla Camera di commercio di Torino e realizzata dalla Fondazione Fitzcarraldo, nell’ambito dell’attività dell’Osservatorio Culturale del Piemonte, che quantifica le ricadute sociali ed economiche generate sul territorio dal Salone del Gusto e Terra Madre; l’analisi della rassegna stampa, audio e video italiana realizzata dall’agenzia di monitoraggio Eco della Stampa.

“L’insieme di queste tre ricerche parte da due dati certi – commenta con marketingdelterritorio.info Roberto Burdese, presidente Slow Food Italia – Da un lato Salone del Gusto e Terra Madre è un evento che presenta un grande successo di pubblico, consolidato nel tempo. Dall’altro si occupa di un tema, la cultura alimentare, che vede il territorio che lo ospita come punto di riferimento a livello internazionale. Con questa indagine volevamo far emergere a 360 gradi gli elementi che completano questo quadro per comprendere quanto fare l’evento sia strategico per Torino e il Piemonte”.

Rispetto alle caratteristiche del pubblico, è risultato che oltre il 50% degli intervistati italiani o parlanti inglese provenisse da fuori regione e di questi il 17% fosse straniero (il dato si riferisce solo agli intervistati tra i visitatori italiani e parlanti inglese, in realtà li stranieri sono molti di più).

Tra i dati più interessanti, il 94% degli escursionisti (visitatori che non pernottano) e dei turisti (con pernottamento) intervistati è venuto a Torino per il Salone; il 71% ha soggiornato in città, il 27% per una o due notti, il 40 per un periodo più lungo.

“Dalla ricerca è emerso come i visitatori spendano sul territorio, fuori del Salone, oltre 9 milioni euro. Una cifra importante, senza l’evento non ci sarebbe stata questa ricaduta”. A questa si aggiungono le spese dell’organizzazione, che per l’82% ricadono ancora sul territorio. Così come i vantaggi più difficilmente tangibili quali l’aspetto educativo della manifestazione e i minor costi per la collettività sostenuti grazie all’innovazione del modo di organizzare un evento di questa portata, attraverso una politica ambientale.

Anche l’immagine è un dato importante. La rassegna stampa, audio e video italiana dell’edizione 2012è stata valutata da Eco della Stampa per un totale di oltre 31 milioni di euro. Capitolo a parte per quanto riguarda l'esposizione mediatica che si è verificata sui mezzi d'informazione fuori dall'Italia: erano presenti a Torino 245 giornalisti esteri da 46 Paesi, mentre le testate giornalistiche che hanno parlato di Salone del Gusto e Terra Madre sono state 340 da 68 Paesi, ovviamente esclusa l'Italia. “Questo vuol dire che anche chi non è venuto al Salone ha letto o visto servizi su Torino, amplificandone l’immagine in tutto il mondo. Possiamo affermare che la crescita della vocazione turistica della città passa anche attraverso l’immagine che Salone del Gusto e Terra Madre hanno aiutato a diffondere”, prosegue Burdese. Una ricaduta diffusa quindi, che dimostra come grandi eventi di questa portata giochino un ruolo fondamentale nella promozione del territorio che li ospita.

 

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