In Francia sono iniziati i lavori per la statua della Vittoria, conservata al Louvre: servono 4 milioni, ne manca solo uno. In Italia, a Milano, il Duomo necessita di ingenti lavori di restauro, per cui mancano 20 milioni. E si spera in un nuovo Della Valle
Il Louvre, da oggi, è un po’ meno “vincente”: la Nike di Samotracia, la statua della vittoria alata che si stagliava fino a ieri in cima allo scalone Daru progettato da Hector Lefuel (quello che che collega la Galerie d'Apollon e il Salon Carré) è stata sottratta agli occhi dei visitatori per sottoporla a un restauro che dovrebbe riportarla davanti al pubblico, più bella di prima, per il mese di maggio 2014. Più incertezza, invece, intorno al restauro di un monumento italiano noto in tutto il mondo: il Duomo di Milano, per il quale è stato invocato un “nuovo Della Valle”.
Le due questioni artistico-economiche, infatti, ruotano entrambe intorno a un dettaglio non da poco: il denaro necessario per i lavori. Con la Francia (in pochi forse si stupiranno) sensibilmente più avanti rispetto all’Italia, tanto che appunto da oggi la Nike di Samotracia è stata spostata dal suo spazio espositivo per essere imballata, smontata e sottoposta a un restauro nella vicina Sala dei Sette Camini. I lavori di conservazione (non urgenti, ma comunque opportuni) erano tra i propositi dell’amministrazione museale già da 15 anni, ma è solo negli ultimi tempi che il Louvre ha dato un’accelerazione al progetto: “Il suo stato di salute non è cattivo, ma ha perso splendore. La statua si è considerevolmente scurita” ha spiegato Ludovic Lauger del Dipartimento delle antichità greche, etrusche e romane. I differenti marmi usati dallo scultore si stanno ingiallendo, soprattutto a causa dei milioni di persone che ogni anno osservano da vicino la statua, e quindi otto restauratori e una commissione internazionale si dedicheranno al restauro che dovrebbe terminare entro il prossimo mese di maggio.
Tutto liscio, quindi, per il restauro parigino della Nike di Samotracia, a parte la questione economica. Il restauro infatti costerà 4 milioni di euro, e gli sponsor (Nippon Television Holdings, Fimalac e Bank of American Merrilli Lynch, spiegano alcune agenzie di stampa internazionali) ne hanno già garantiti 3. Per il milione restante, il Louvre si rivolge ai cittadini, facendo appello alla generosità dei privati con l’operazione “Tous mécènes!” (tutti mecenati), che da oggi e fino al 31 dicembre consentirà a chiunque lo voglia di contribuire con qualunque cifra (il sito di riferimento per le donazioni è www.tousmecenes.fr). E l’ottimismo certo non manca per la riuscita della raccolta fondi, considerato che nel 2010 fu raccolto in un mese il milione che mancava per acquistare “Le tre grazie” di Cranach.
Al di qua delle Alpi, invece, serpeggia un discreto pessimismo circa la possibilità di reperire i fondi necessari al restauro di uno dei monumenti simboli di tutta l’Italia, ovvero il Duomo di Milano. In questo caso, i soldi necessari per i lavori sono “nell'ordine di 30-35 milioni di euro, per ridare splendore e bellezza a una realtà unica. Ne mancano una ventina”, come ha spiegato ai giornali il presidente della Veneranda Fabbrica, Angelo Caloia. I lavori da fare, e le opere da restaurare, non mancano di certo: il restauro della guglia maggiore dovrebbe costare 9 milioni, per l'apertura del Museo (grazie a una convenzione con il Touring Club) servono 12 milioni. E poi terrazze, falconature, impalcature per la pulizia...
Nei mesi scorsi l’iniziativa “Adotta una guglia” ha dato buoni risultati, ma per finanziare tutti i lavori di restauro mancano venti milioni di euro. Una cifra imponente, tanto che secondo Caloia la speranza è di trovare “qualcuno come Della Valle per il Colosseo”, ovvero un imprenditore che voglia finanziare il restauro di un bene pubblico, “una scelta provvidenziale per noi e buona, anche in termini di ritorno, per lui stesso”. E considerata la visibilità che il luogo simbolo di Milano avrà durante l’Expo 2015, viene da pensare che forse uno sponsor si troverà. Magari in Francia?
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