Incuria, maleducazione, microcriminalità, inattività... I mali che affliggono il nostro sistema turistico sono noti a molti, se non a tutti. E anche in Toscana, gli episodi spiacevoli non sono mancati negli ultimi mesi, tra bici rubate in blocco e giovani turisti che si arrampicano sui monumenti di Firenze.
Così, sul quotidiano fiorentino La Nazione, il direttore Gabriele Canè pubblica una breve riflessione dal titolo "Si fa presto a dire turismo" in cui propone un cambiamento di mentalità basato su poche semplici parole. Da una parte il "rispetto", un termine che svuotato della sua sostanza porta a un turismo "più brutto, sporco e cattivo".
Dall'altra parte, secondo Canè, gli investimenti e le iniziative. Degli enti locali, dei governi, degli organi di informazione e dei privati cittadini. Di tutti coloro davvero interessati ad "andare oltre le chiacchiere".
Si fa presto a dire turismo. Si fa presto, quando a Viareggio un ladro porta via in un sol colpo tredici biciclette a una comitiva di tedeschi. E deve intervenire il governatore della Toscana per dire: scusateci, paghiamo noi. Bravo, presidente Rossi, abbiamo evitato una figuraccia. Ma quanti altri ospiti ripartono alleggeriti, insoddisfatti e non rimborsati? Si fa presto, quando passeggi nel centro di Firenze, e alle «fonticine» di via Nazionale, uno dei più bei tabernacoli della città, firmato Della Robbia, trovi un coppia di punk che fa il bagnetto al cane, tanto per affogare le pulci, o un gruppetto di giovani rom che fa il bucato, e si dà pure una lavata alle ascelle. Lezione di igiene. Il tutto mentre i turisti fotografano. Così quando tornano a casa, possono documentare il molteplice utilizzo delle nostre opere d’arte. Un po’ monumenti, un po’ bagni pubblici.
SI FA PRESTO a dire turismo, quando due ragazzini stranieri si arrampicano allegramente sulla facciata di Santa Maria del Fiore a Firenze, immortalati dalla mamma con il cellulare. «Visto che bravi — racconteranno a scuola — abbiamo fatto una scalata senza andare in montagna. Gran Paese l’Italia».
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