Continua a crescere l’attrattività della Puglia sul mercato turistico internazionale. Ma in una regione che punta all’80% sui viaggiatori italiani la crisi si fa sentire: -30% del fatturato nei primi sei mesi del 2013
Negli ultimi anni è diventata una delle regioni più di tendenza per il turismo, grazie a un mix di mare, arte e enogastronomia sapientemente elaborato dalle agenzie di promozione e di marketing territoriale come Pugliapromozione. Eppure, anche in Puglia non manca la preoccupazione sul futuro del settore ricettivo, che patisce la crisi in una regione dove l’80% dei turisti è italiano. E così, anche se la buona reputazione pugliese continua a crescere a livello internazionale, il timore di un sensibile calo del fatturato è quanto mai concreto.
Forse non nei territori più cool e rinomati, a partire dal Salento, ma complessivamente la regione fa fatica a mantenersi sui livelli degli scorsi anni: “Il Salento, la Valle d’Itria e il Gargano confermano l’andamento dello scorso anno, perché si difendono grazie alla clientela straniera – conferma il presidente di Assohotel-Confesercenti Puglia, Francesco De Carlo – Il problema sono le aziende delle altre aree, che non si rivolgono al turismo di lusso”. E infatti nei primi sei mesi dell’anno il fatturato turistico ha fatto registrare un drammatico -30% rispetto al 2012; una situazione che accomuna tutto il Sud Italia, dove, come spiega ancora De Carlo, “nei primi sei mesi dell’anno al Sud ogni due giorni hanno chiuso tre imprese del settore”.
Abbassamento dei prezzi, last minute, offerte e promozioni sono le risorse messe in campo dagli albergatori pugliesi, ma la preoccupazione rimane, anche perché nonostante la crescente importanza del turismo proveniente da oltre confine l’80% degli arrivi è costituito da viaggiatori italiani, più toccati dalla crisi economica. “La Puglia ha un forte appeal e può trarre beneficio dalle crisi che travolgono Grecia, Turchia e Nord Africa. Gli stranieri conoscono le località di eccellenza già consolidate, mentre il guaio è per quanti hanno lavorato sempre con gli italiani” conferma Francesco Caizzi di Federalberghi.
A fine stagione estiva, quindi, il bilancio regionale potrebbe anche tenere a livello complessivo, ma soprattutto grazie a resort, masserie e hotel di lusso che si rivolgono prevalentemente a una clientela straniera. Mentre le piccole realtà e le strutture abituate a ospiti italiani dovranno affrontare tagli di personale e di costi per restare a galla. “Possiamo fare tutta la promozione che vogliamo, ma se l’Imu raddoppia e la Tares aumenta del 20%, dopo che l’anno scorso ha avuto un picco del 30%, come si può continuare a fare impresa in queste condizioni?” è l’amara conclusione di Caizzi.
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