Le aziende assumeranno 750.000 lavoratori, ma un milione andrà in pensione o perderà il lavoro. Nel turismo il saldo negativo è di 250.000 unità
250.000 posti di lavoro in meno, e un decimo nel turismo. La crisi economica di casa nostra avanza inesorabile e anche nel 2013 il saldo tra chi troverà un lavoro e chi non ce l’avrà più sarà in negativo.
Un quarto di milione: a tanto ammonta la differenza tra le 750.000 assunzioni complessive previste nel settore privato nell'arco di quest'anno e il milione di posti che andranno persi, tra pensionamenti, licenziamenti e termine dell’attività lavorativa. E negativo è anche il confronto tra le assunzioni previste per quest’anno e quelle realizzatesi nel 2012: in questo caso, la differenza è di 112.000 unità.
A rilevarlo i dati del sistema informativo Excelsior, di Unioncamere e Ministero del Lavoro, sulle intenzioni occupazionali delle imprese dell'industria e dei servizi. Dati che mostrano come anche il comparto turistico continui a patire l’emorragia occupazionale. Nel turismo, infatti, è previsto un saldo negativo di 25.600 unità, circa il 10% del totale, tra i neo assunti e chi il lavoro, per vari motivi, lo deve abbandonare.
Le nuove entrate di personale previste in Italia per quest’anno riguarderanno 563.400 lavoratori dipendenti, di cui 367.500 non stagionali e quasi 196.000 stagionali, 85.000 interinali, 65.700 collaboratori a progetto e 35.300 collaboratori a partita Iva e occasionali. Oltre al settore turistico, i comparti che pagheranno il conto più salato saranno le imprese con meno di 10 dipendenti (che prevedono di ridurre la propria forza lavoro di 142.600 unità), le costruzioni (-59.000) e il commercio al dettaglio (-24.500). Tra chi assumerà, invece, soprattutto le aziende orientate all’innovazione e all’internazionalizzazione e all’assunzione di personale istruito e qualificato, aspetti su cui il settore del turismo e del marketing territoriale italiano deve continuare a puntare sempre di più.
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