Le recenti inaugurazioni delle nuove stazioni ferroviarie per l'Alta Velocità di Bologna e Reggio Emilia e l'opportunità di crescita per il nostro sistema turistico derivante dalle infrastrutture
"When in trouble, go big" è un celebre motto ideato dal giornalista americano Ben Smith. Un motto che significa "Quando si è in difficoltà, bisogna fare le cose in grande" e che, sebbene sia stato coniato per indicare la strategia da adottare per i politici statunitensi, si attaglia perfettamente allo spirito di "Perché l'alta velocità può salvare il turismo", breve editoriale su Il Sole 24 ORE di domenica 9 giugno.
In questo articolo, si mettono in colegamento le recenti inaugurazioni delle stazioni ferroviarie dell'Alta Velocità a Bologna e Reggio Emilia con la grande opportunità che queste innovazioni infrastrutturali possono dare (anche) al nostro sistema turistico, definito com'è ormai consuetudine il "nostro petrolio". "Le infrastrutture, infatti, siano esse aeroporti, porti marittimi o stazioni ferroviarie, sono quasi sempre il primo impatto che abbiamo visitando un Paese. Più l'impatto sarà positivo (...) più si innescherà un circolo virtuoso con ricadute positive".
Quando si è attaccati, si può decidere di affidarsi al catenaccio, arroccati in difesa, sperando in un estemporaneo contropiede prima che si finisca per soccombere. Come spesso avviene in questi casi. Oppure si può decidere di passare al contrattacco, con una strategia forse apparentemente più rischiosa ma il più delle volte vincente. Metafore pseudo-calcistiche che si attagliano alla situazione dell'Italia e in particolare del turismo. Quello che può essere considerato il "nostro petrolio", sotto i colpi della crisi, perde occupazione e presenze. Soprattutto i connazionali sono indotti a rinunciare alle vacanze. Crescono ancora, invece, i turisti stranieri. E il turista, si sa, viaggia per definizione.
(Continua a leggere su Il Sole 24 ORE)
LEGGI ANCHE: La Torino-Lione un'opera per il territorio