Oltre a un paesaggio unico, l'Abruzzo ha un patrimonio inestimabile nella propria enogastronomia. Un patrimonio che deve sfruttare al meglio per il proprio turismo
"Anziché cercare opportunità di lavoro altrove, occorre sviluppare l'offerta dei tesori che possediamo, trasformare le risorse ambientali e culturali in risorse produttive": il concetto è forte e chiaro, e potrebbe essere applicato a qualunque settore produttivo ed economico d'Italia.
Silvano Ferri, colui che ha rilasciato questa dichiarazione, si riferisce tuttavia a un ambito ben preciso, tanto in quanto economico quanto in aqmbito puramente geografico. Silvano Ferri, infatti, è il presidente del Consorzio di tutela dell'extravergine di oliva dop Aprutino Pescarese, e l'oggetto delle sue dichiarazioni è il turismo in Abruzzo.
Un patrimonio, o un insieme di tesori per usare le sue parole, che potrebbe costituire la punta di diamante di un settore turistico regionale già favorito da un paesaggio unico in Italia, con mare collina e montagna riunite in un solo territorio. L'enogastronomia abruzzese, del resto, già oggi rappresenta il 5,4% dell'interesse turistico specifico registrato a livello nazionale.
Ma, per sfruttare al meglio il potenziale della propria gastronomia, l'Abruzzo deve fare molto di più.
Ne parla il giornale abruzzese "Il Centro" in un articolo dal titolo "Turismo, l'enogastronomia è il valore aggiunto".
I tesori dell'enogastronomia abruzzese canale di intercettazione della domanda turistica. Come incentivare l'afflusso dei turisti in Abruzzo e favorire l'economia partendo dall'agricoltura. Una strada in discesa se percorsa partendo col piede giusto: valorizzare il territorio con quanto può offrire nella sua multiformità geografica - l'eccezionale trinomio mare-collina-montagna- e il patrimonio di biodiversità agricolturale con i suoi sapori e tradizioni inimitabili. Potenzialità enormi se adeguatamente sfruttate.
Ma non è ancora così, rileva il presidente del Consorzio di tutela dell'extravergine di oliva dop Aprutino Pescarese, Silvano Ferri, in prima linea a giocare la carta della qualità certificata quando si parla degli oli a denominazione di origine protetta. Le ultime elaborazioni del progetto-pilota della Camera di commercio di Pescara condotto dall'istituto nazionale di ricerche turistiche (Isnart) quantificano l'interesse turistico per l'enogastronomia locale col 5,4% della domanda nazionale, pari a un flusso di 20 milioni di persone nel corso dell'anno.
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