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Il sistema museale statale e regionale conta 117mila occupati e un valore di 27 mld di euro

Riprese le redini del Ministero che aveva lasciato nel 2018 dopo quattro anni di proficuo lavoro e riaccorpato il turismo al sistema dei beni e delle attività culturali, come buon senso vorrebbe, Dario Franceschini ha ribadito, dati alla mano, che investire in cultura è leva strategica per la crescita dell’Italia.

Un’analisi di Boston Consulting Group (BCG), in collaborazione con il MiBACT, ha quantificato in 27 miliardi di euro, pari all’1,66% del Pil e 117 mila occupati il valore dei musei statali. Una fotografia della situazione attuale sviluppata sui 358 musei statali – 32 autonomi e 326 dei poli museali regionali – presenti sul territorio nazionale, adottando un approccio integrato che ha preso in considerazione quattro ambiti: economico, sociale, culturale e ambientale.

Le persone che hanno visitato i musei italiani nel 2018 sono state 53 milioni e hanno generato proventi da visitatore per circa 280 milioni di euro. I turisti culturali che si sono spostati appositamente per visitare uno dei musei statali sono stati 24 milioni. Sul fronte del lavoro, gli occupati sono di poco inferiori ai 120.000 tra diretti e indiretti, pari al 7% delle posizioni lavorative nel settore del turismo e dei servizi ricettivi. Tuttavia secondo BCG il potenziale del nostro Paese è ancora inespresso e vede una traiettoria che potrebbe incrementare l’impatto sul Pil – nell’arco dei prossimi 7 anni – fino ad arrivare a circa 40 miliardi di euro con ricavi da visitatori che potrebbero raggiungere il miliardo di euro e i posti di lavoro crescere fino alle 200mila unità.

“Oggi più che mai” commenta Franceschini “è fondamentale che alla cultura sia data una grandissima attenzione, sia perché è un veicolo per nutrire lo spirito e le menti delle persone sia perché è una grande opportunità di crescita economica”.

 

 

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