Il Ministero di Cultura e Turismo ha firmato nei giorni scorsi l'intesa con il Comitato delle Fondazioni d'arte contemporanea, nato il 22 settembre scorso a Torino. Patrizia Sandretto Re Rebaudengo, Presidente del Comitato, spiega come l'arte contemporanea possa essere un modello nella collaborazione tra istituzioni pubbliche e soggetti privati: "Anche noi siamo spazi pubblici, laboratori di riflessione e di confronto"
Patrizia Sandretto Re Rebaudengo, l'accordo siglato con il Ministro Franceschini è il primo impegno del Comitato delle Fondazioni italiane d'arte contemporanea. Come collaboreranno le fondazioni e il ministero per la promozione del sistema italiano dell'arte contemporanea?
Il Protocollo, firmato il 10 giugno 2015, è la prima tappa ufficiale di un percorso iniziato nel 2014, nato dall'invito del Ministro Dario Franceschini ad aprire un'interlocuzione tra pubblico e privato. Mi è sembrato essenziale dare una risposta operativa a quella sollecitazione. La chiamata a raccolta di 15 fondazioni d'arte contemporanea, attive in Italia e con una sede aperta al pubblico, ha dato vita al Comitato: non un'associazione di categoria, bensì una piattaforma di condivisione delle rispettive competenze ed esperienze e di riflessione sulle strategie culturali, nella cornice di un confronto stretto con le Istituzioni. Questa dunque la prima missione che il Comitato (costituitosi il 22 settembre 2014) si è prefissata statutariamente. Dopo un incontro in Fondazione Sandretto Re Rebaudengo con il Ministro, abbiamo dato avvio alla stesura del Protocollo, condividendo con il MiBACT i suoi scopi e contenuti. La conoscenza, la produzione, la comunicazione dell'arte contemporanea italiana sono alcune delle parole chiave attorno alle quali sarà raccolta la nostra progettualità comune, che si prefigge di realizzare iniziative dal carattere innovativo, esplorando la possibilità di creare nuovi modelli di produzione culturale sempre in un'ottica di sistema.
Tra i punti del protocollo, le fondazioni e il MiBACT si impegnano a confrontarsi su questioni normative e fiscali relative al patrimonio artistico. Pensa che il modello utilizzato dall'Art Bonus per chiamare i privati a salvaguardare il nostro patrimonio possa essere utilizzato per stimolare una nuova produzione di arte pubblica? Quanto è importante la produzione contemporanea per lo sviluppo e l'attrattività del nostro Paese?
Partiamo dalla fine: la produzione contemporanea riflette e rinsalda le identità proprie di un luogo e ne proietta le comunità verso il futuro. Quanto all'Art Bonus è una misura positiva perché incentiva il mecenatismo, aprendo una nuova strada nei rapporti tra le imprese private e il patrimonio artistico e culturale italiano. Il Decreto si concentra soprattutto sui contributi destinati alla conservazione del patrimonio e dunque al momento ha unicamente valore di modello nell'ambito della valorizzazione e in quello specifico della produzione contemporanea. Segna senza dubbio un passaggio molto importante e la sua campagna di comunicazione, attualmente in atto, serve a sensibilizzare tutta la cittadinanza, attivando una relazione più stretta con i nostri beni culturali. L'Art Bonus potrebbe certamente incentivare la realizzazione di arte pubblica senza però dimenticare che anche i musei e gli spazi espositivi che operano nell'arte contemporanea sono in un certo senso "spazi pubblici": non solo luoghi della visione ma laboratori di riflessione e di confronto, specie quando – come nel caso della Fondazione Sandretto Re Rebaudengo e di molte Fondazioni che fanno parte del Comitato – promuovono la gratuità, attraverso orari a ingresso libero ma anche iniziative destinate alle scuole, alle famiglie, alle comunità locali.
La Fondazione Sandretto Re Rebaudengo con la scuola di curatori di Campo e il progetto Resò ha sempre lavorato nella formazione di curatori e artisti. Quanto è utile la vostra esperienza per selezionare e crescere una nuova generazione di artisti italiani?
Credo sia utile proprio perché crea generazioni di curatori, i primi interlocutori degli artisti e perché propone un'esperienza di formazione intensiva che incentiva contatti e relazioni.
Campo è una iniziativa della Fondazione Sandretto Re Rebaudengo in collaborazione con la Fondazione per l'Arte Moderna e Contemporanea CRT, che sostiene il progetto nell'ambito di RESÒ, un programma di residenze internazionali che favorisce la mobilità degli artisti e, appunto, dei curatori. Il nostro corso unisce programmaticamente la metodologia curatoriale all'esperienza del viaggio in Italia, toccando tutte le principali città del sistema italiano. Nel corso dei viaggi i nostri studenti incontrano direttori di musei, critici e curatori, galleristi e moltissimi artisti con i quali sono invitati a instaurare uno scambio diretto, potenzialmente duraturo.
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