La Regione lancia la nuova programmazione per lo sviluppo territoriale: l'obiettivo è favorire lo sviluppo dell'intera Regione favorendo le vocazioni locali e i progetti delle Unioni di Comuni
Lavoro sul territorio contro lo spopolamento del territorio: è questo l'obiettivo fondamentale che si pone la Sardegna con la nuova programmazione territoriale. Rilanciare i territori, combattere lo spopolamento delle zone interne e favorire lo sviluppo dell'intera Sardegna puntando sulle vocazioni locali: la nuova programmazione territoriale è partita lunedì con l'avviso della manifestazione d'interesse, presentata in conferenza stampa dal presidente della Regione Francesco Pigliaru, dagli assessori della Programmazione e del Bilancio Raffaele Paci e degli Enti Locali Cristiano Erriu e dai presidenti di Anci Pier Sandro Scano e Cal Giuseppe Casti.
L'avviso pubblico, spiega il comunicato ufficiale, attua la strategia regionale della Programmazione territoriale prevista nel Programma regionale di sviluppo 2014-2019: i Comuni, che dovranno associarsi in Unioni di Comuni – a loro volta anche associate fra loro – devono presentare i propri progetti. A disposizione, fra fondi europei infrastrutture, fondi nazionali e mutuo ci sono circa 4 miliardi di euro, e ogni Comune in forma associata non può partecipare a più di un progetto territoriale.
"Il modo per diffondere lo sviluppo è quello di ragionare insieme sulle possibilità che ogni territorio ha e, insieme, decidere su cosa scommettere, programmando il lavoro di tutti in quella direzione", dice il presidente della Regione Francesco Pigliaru. "Dove esistono opportunità di sviluppo e di lavoro è molto più semplice mantenere i servizi e, di conseguenza, combattere lo spopolamento di cui soffrono le aree interne. Il nostro compito è, prima, dare un indirizzo, perché senza un'idea di sviluppo generale della regione ogni progetto resta isolato; poi, dialogando con i territori, dobbiamo lavorare sui dettagli. Dobbiamo essere consapevoli che lo sviluppo passa per le Unioni di Comuni che devono individuare strategie comuni: per raggiungere l'obiettivo gli interlocutori devono essere i territori".
l'assessore Paci, vicepresidente della Regione, ha sottolineato che per la nuova programmazione territoriale è stato fissato un orizzonte temporale molto ampio e una procedura aperta per consentire a tutti i territori di organizzarsi e presentare il proprio progetto. "Questo perché se un'Unione di Comuni non è pronta oggi, ha ancora molto tempo a disposizione. È importante che ci sia una forte visione di coerenza fra i progetti del territorio e l'azione di questa giunta basata su una visione forte di politica anti-spopolamento che punta sugli attrattori culturali, naturali, turistici dei singoli territori. Abbiamo lanciato l'idea della programmazione unitaria Adesso diamo valenza territoriale alla programmazione". L'assessore Erriu ha spiegato: "Stiamo costruendo una dimensione del tutto nuova, molto stimolante: i Comuni sono il vero motore dello sviluppo e i protagonisti del cambiamento".
Oltre alla programmazione territoriale, per Anci e Cal è molto importante l'avvio di un diverso rapporto istituzionale fra Regione ed Enti Locali. "Finora gli Enti Locali erano parte dei progetti territoriali, ora c'è qualcosa di nuovo, che passa da un confronto serio e importante. La programmazione territoriale richiede una governance molto ben organizzata, in parte le Unioni ci stanno già lavorando ma serve la riforma. Utilizziamo l'autonomia speciale per potenziare Regione ed Enti locali e raggiungere risultati efficaci: la sfida da vincere è che tutta la Sardegna dev'essere abitata" ha affermato il presidente di Anci Scano. In questa nuova programmazione territoriale, la Regione "fa da cornice ma dice ai territori: fate progetti, non potete sempre lamentarvi, mettetevi insieme e fate proposte mai più scollegate dal territori. Ecco questa è la sfida da vincere: individuare le vocazioni dei territori, presentare progetti che le incarnino e avviare il rilancio dell'intera Sardegna" ha detto il presidente del Cal Giuseppe Casti. Una sfida che non è una gara fra territori, precisa il direttore del Crp Gianluca Cadeddu: "Non stiamo attuando una procedura competitiva, stiamo dicendo ai territori che di qui al 2018 possono presentare il loro progetto di sviluppo".
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