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Come limitare il turismo mordi e fuggi a Venezia, che costa alla città della Laguna più di quanto renda? Con un biglietto d'ingresso, dicono i turisti stessi
Interpellati dall'Ansa, infatti, i turisti che affollano piazza San Marco si sono detti per lo più favorevoli all'introduzione di un ticket da pagare all'ingresso della Serenissima, in modo da scoraggiare i turisti mordi e fuggi e anche trovando finanziamenti per pulire la città.
"Sì al ticket per entrare a Venezia, no invece al numero chiuso alla città" è dunque il responso dei turisti veneziani sul tema che sta dividendo politici ed operatori economici: è giusto far pagare un biglietto per fermare i vacanzieri mordi e fuggi nella città più bella (e delicata) del mondo?
Un'idea rilanciata qualche giorno fa dal sottosegretario ai beni culturali e al turismo, Ilaria Borletti Buitoni, secondo cui "non si può adattare Venezia al turismo, ma è il turismo che deve adattarsi alla città rispettandone le dimensioni e l'integrità".
Contrari nettamente alla proposta si sono detti alcuni operatori, come quelli di Assoturismo-Confesercenti; no anche dal governatore Luca Zaia, fautore del "numero programmato", deciso sì al contrario da Federalberghi Venezia, convinta che siano i turisti pendolari ad intasare la città e a costare di più sui servizi. Ma sono soprattutto i turisti che in questo agosto si trovano a Venezia i più favorevoli. "È una buona idea se i soldi raccolti servono per pulire la città" dichiara all'Ansa un turista francese. "Sono assolutamente d'accordo con l'introduzione del ticket – concorda una signora milanese – Guardate cosa c'è in giro... Se il Comune avesse più fondi a disposizione, potrebbe offrire dei servizi in più".
Non piace invece l'idea del numero chiuso con prenotazione (gratuita) obbligatoria, perorata da Zaia. "No, non è giusto, perché la città è di tutti" è il ritornello che ripetono molti vacanzieri italiani e stranieri, anche se in maggioranza meno schiacciante rispetto ai favorevoli al ticket. Voce fuori dal coro quella di una coppia romana, in attesa nella lunga coda per entrare in Basilica di San Marco: "I prezzi sono già cari e già paghiamo le tasse: direi che può bastare... E no anche al numero chiuso".
Chi lavora tutti i giorni a contatto con i visitatori della città lagunare, riporta ancora l'agenzia di stampa, dichiara il proprio sì ad entrambe le misure. È il caso di Gianfranco, uno dei San Marco Guardians: "Cercare di regolare i flussi è fondamentale, perché allo stato delle cose la città non è più godibile per nessuno. Ben venga allora la prenotazione obbligatoria: del resto, se uno vuole visitare una mostra, non si scandalizza di prenotare, no? Quanto al ticket, dico sì, ma con una riserva: la città deve fornire un minimo di servizi in più, che ora non ci sono, a partire da bagni pubblici più numerosi e decenti, fino a qualche panchina dove è possibile".
"Il ticket - commenta invece Alberto Nardi, presidente dell'Associazione Piazza San Marco - lo vedo più come una provocazione, mentre ritengo sarebbe difficile ottenere la prenotazione da parte di tutti. Bisognerebbe lavorare facendo di Venezia un laboratorio dove sperimentare forme nuove e contemporanee di gestione dei flussi, che vanno organizzati o ridotti. Le politiche devono partire dai due presupposti: che questa deve continuare ad essere una città, pur nella sua unicità, e non un parco divertimenti, e che va frenato il 'mordi e fuggi'". Il ticket, inoltre, potrebbe essere un'entrata per nulla minimale nelle casse pubbliche in un città che arriva a contare 20 milioni di turisti l'anno.


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Fonte foto: npr.org

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