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Nei giorni della Festa della Repubblica una missione istituzionale per diffondere conoscenza intorno all'evento del 2015 

È passato un mese dalla bufera per gli appalti tra i cantieri dell’Expo. In Triennale a Milano una visionaria preview mostra come sarà il Palazzo Italia nella città della nutrizione di Rho-Pero, mentre, in occasione della festa della Repubblica, una delegazione di rappresentanti istituzionali e una grande rete diplomatica ha presentato in 180 sedi di ambasciate e consolati la sfida dell’Expo per Milano e per l’Italia. Tra il primo e il 3 giugno, il commissario Giuseppe Sala insieme al Ministro dell’Istruzione Stefania Giannini a Tel Aviv, Giuliano Pisapia ad Abu Dhabi, Roberto Maroni a Tokyo, Beatrice Lorenzin, Ministro della Salute, a Washigton, Federica Mogherini, capo della Farnesina, a Vienna, Maurizio Martina, Ministro delle Politiche Agroalimentari a Berlino, hanno guidato una vera missione globale per il 2015.  La rete diplomatica, attivandosi a favore dei temi dell’esposizione universale, è in missione per sensibilizzare intorno alla promozione dell’equità nella distribuzione delle risorse alimentari nel mondo.

Un'operazione di promozione su scala mondiale che risponde ad alcuni scetticismi sull’impegno a favore di una costruzione identitaria dell’evento, espressi nei giorni scorsi da Carlo Petrini e Stefano Boeri. Il fondatore di Slow Food ha denunciato “All’Expo manca l’anima: rischiamo di fare qualcosa che non serve all’umanità, né all’Italia”. Boeri su Pagina 99 gli fa eco mettendo in guardia: “Non avere idea chiara su Milano dopo Expo significa abdicare a un tatticismo esasperato e diminuire il valore riducendolo ad un super evento passeggero a rapido consumo”. Il timore dell’architetto ed ex assessore di Pisapia è che Milano si ritrovi il primo novembre 2015 con un’area della città in disuso, come già successo a Siviglia, Hannover e anche a Shangai. Boeri denuncia un default di lungimiranza: il rischio è non sfruttare la leva dell’evento per trasformare Milano e l’Italia del futuro nell’epicentro della discussione internazionale sulle politiche alimentari, sulle disparità della distribuzione del cibo, sulla biodiversità; l’invito è pensare immediatamente a un Expo 2.0 cioè dare all’evento universale l’anima che Petrini ora non percepisce. In attesa che si definisca cosa diventerà l’area Rho-Pero una volta conclusa l’esposizione, tra San Paolo e Buenos Aires, Los Angeles e New York, Londra e Seul i ministri, Sala e gli amministratori di Milano e Lombardia presentano “Nutrire il Pianeta, Energie per la Vita” a rappresentanti dei governi, delle istituzioni e del mondo della cultura. Per costruire l’anima dell’Expo, ci sono "ancora" undici mesi. 

 

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(fonte immagine) 

 

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