Il tribunale di Monza ha condannato “I Viaggi del Turchese” per un incidente avvenuto nel settembre 2008 durante un’escursione. Sei turisti italiani furono coinvolti, con tre morti. Per due dei superstiti risarcimento da 385.000 euro
Avrebbe dovuto essere una vacanza da sogno, ma si trasformò in un tragico incubo ancor prima di iniziare, con un incidente che provocò la morte di tre persone e il ferimento di altrettante. Adesso il tour operator, “I Viaggi del Turchese”, è stato condannato a risarcire con 385 mila euro due dei viaggiatori superstiti.
Il tragico incidente avvenne cinque anni fa, il 12 settembre 2008: una comitiva di turisti italiani in vacanza in Egitto, tra il Sinai e il Mar Rosso, aveva prenotato una gita denominata “Supersafari”, con escursione nel deserto, un giro a dorso di dromedario in riva al mare e un bagno finale con tanto di snorkeling. Partiti per l’escursione, però, i turisti “si erano resi conto che erano privi dei dispositivi di sicurezza”. Inoltre, a causa del digiuno osservato per il Ramadan, i conducenti dei mezzi “non erano adeguatamente nutriti”. L’autista, soprannominato scherzosamente Schumacher, tuttavia ingaggiò “una gara con l’altra jeep lungo un rettilineo”, prima dello schianto fatale.
“Quel giorno l’autista sbadigliava, fino a che non siamo usciti di strada, vedevo dei sassi e poi mi sono risvegliato, dolorante, sdraiato a terra in mezzo al deserto” ha dichiarato Mauro Perego, 43 anni di Ronco Briantino impiegato nel settore turistico, uno dei due superstiti, insieme al suo concittadino S. N., per cui il tribunale monzese ha decretato il risarcimento da parte di “I Viaggi del Turchese”. In fase di dibattimento, la difesa del tour operator aveva escluso ogni responsabilità, poiché l’escursione sarebbe stata “organizzata e proposta esclusivamente in loco” da una locale società egiziana.
Il giudice Carlo Albanese del tribunale di Monza (prima sezione civile), invece, ha accolto le tesi dell’avvocato dell’accusa Carlo Cappuccio, stabilendo “la piena responsabilità contrattuale-organizzativa del tour operator”. Nell’istruttoria, infatti, sono emersi numerosi elementi che hanno convinto il giudice della “diretta partecipazione all’organizzazione dell’escursione” da parte del tour operator, che avrebbe dovuto valutare a priori le “ricadute sulla “prontezza dei riflessi” dell’autista “conseguenti al digiuno forzato dovuto alla pratica religiosa del Ramadan”.
Il legale dei “Viaggi del Turchese”, Massimo Piazza, dopo la sentenza ha dichiarato: “Stiamo valutando molto attentamente la possibilità di impugnare la sentenza”. Durante il processo, l’avvocato ha detto di “aver sostenuto che l’escursione non era compresa nel pacchetto turistico, quindi non c’è responsabilità del tour operator”. La “Viaggi del Turchese è società molto seria, che opera in Egitto da 20 anni, oltre che tutelata da polizze in grado di garantire la copertura del danno” ha aggiunto il legale.
Per i giudici di Monza, ad ogni modo, la responsabilità del tour operator è sufficientemente provata, e il risarcimento per due dei tre turisti sopravvissuti all’incidente è di 385.000 euro complessivi.
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