Il tempo scorre e la clessidra sta per essere girata l’ultima volta, il primo maggio inizia il countdown ufficiale: un anno all’inaugurazione dell’esposizione universale.
I giornali si stanno scatenando e molto inchiostro nell’ultima settimana è stato versato per celebrare il conto alla rovescia. Ha iniziato Fabrizio Gatti che su L’Espresso ha scritto delle ombre sugli appalti e del braccio di ferro cui si è arrivati: inasprire le regole o addolcirle per non compromettere l’evento, leva dell’agognata ripresa? Giorno dopo giorno, Expo 2015 è un hot topic che fa battere agenzie, riempie le pagine dei giornali e le rassegne stampa. Oltre le ombre, il senso della grandezza e dell’opportunità per l’immagine internazionale del paese è reso nelle keywords di Massimo Russo, l’editoriale di Wired di aprile: “Dal dopoguerra ad oggi, abbiamo ospitato due Olimpiadi invernali, una estiva e un campionato mondiale di calcio. Senza richiamare nemmeno la metà delle persone che arriveranno per Expo2015: 20 milioni di presenze, 12 di italiani e 8 di stranieri secondo le stime, con più di 130 nazioni rappresentate, oltre 60 padiglioni, lavori per 2,6 miliardi di € tra risorse pubbliche e investimenti delle aziende e dei paesi ospiti. L’effetto complessivo sull’economia sarà pari a 10 miliardi, lo 0,6% del PIL”.
Il mensile del make in Italy, seguendo la propria deontologia, definisce non cosa sarà l’Expo in sè, ma cosa può rappresentare per l’Italia, non solo per Milano, ma per tutti i territori italiani: imperativo è creare delle sinergie culturali tra i territori per muovere gli 8 milioni di stranieri alla scoperta delI’ Italia contemporanea. È d’accordo Giuseppe Sala, commissario unico dell’Expo, che nella lunga intervista su Wired, esprime soddisfazione nei confronti di sindaci e amministrazioni di altre città che sono già al lavoro per intercettare i flussi dell’Expo: “L’altro giorno ho incontrato il sindaco di Torino, Piero Fassino, che ha già preparato un Expo parallelo: riapre il Museo egizio, c’è l’ostensione della Sacra Sindone, l’anniversario di Don Bosco, iniziative con gli alberghi e tour enogastronomici. Noi stiamo lavorando per costruire un asse con Venezia e Torino. “ E indovinate? Ecco la piaga del Titolo V. Prosegue Sala: “Ma l’autonomia regionale così com’è non funziona, non è moderna. Ogni anno l’Italia investe un miliardo di euro in promozione turistica: ma 970 milioni arrivano dalle regioni e appena 30 dall’autorità centrale”. E via con la problematica della strategia, se ci riferiamo a un mercato globale, il visitatore modello vuole compare il prodotto Italia, non la Lombardia, la Toscana né il Veneto: “Le iniziative dei singoli sono apprezzabilissime ma dobbiamo costruirci un sistema. Un esempio. Il nostro visitatore tipo è anche asiatico. Sono tanti, si muovono, amano l’opera italiana. È una follia non proporre l’idea del Grand Tour dell’Opera italiana. Dai quattro teatri lombardi all’Arena di Verona, alla Fenice, al San Carlo, al Regio. Il mercato c’è. E i tour operator orientali ce lo chiedono”.
In attesa delle sinergie territoriali, a Milano iniziano a sbocciare le idee per la città: dalla zona 3 dove 100 metri di muro saranno concessi a street artist per lavorare sull’estetica urbana, alla notizia di oggi, il progetto dello chef stellato Massimo Bottura. Sul Corriere, Michela Proietti racconta il progetto del “Refettorio Ambrosiano” per Expo 2015. Seguendo il filo della nutrizione del pianeta, all’Expo si discuterà su come risolvere le piaghe della disparità alimentari tra Nord e Sud del mondo; intanto lo Chef Bottura pensa a come nutrire gli outsiders di Milano. L’intento è “Sfamare i poveri di sera e gli studenti di giorno, con la cucina dei 40 chef più famosi del mondo e il cibo di riciclo di Expo2015. Lo chef Massimo Bottura ha presentato con l’arcivescovo di Milano Angelo Scola, il presidente della Caritas Ambrosiana monisgnor Luca Bressan, Davide Rampello e Giuseppe Sala il progetto “Refettorio Ambrosiano”, mensa per i poveri da 96 posti che sarà ricavata dal Teatro Greco, nel quartiere alla periferia di Milano, ristrutturato dal Politecnico”. L’idea a Bottura è venuta ascoltando gli angelus in cui Papa Francesco esprime che la necessità per far funzionare le relazioni umane è dire sempre “grazie”, “perfavore” e “buon pranzo”. A partire da maggio 2015, venti chef stellati italiani e 20 stranieri cucineranno per il Refettorio Ambrosiano alla periferia nord est di Milano: “Il Papa ha promesso che verrà a trovarci”. Tra solidarietà e cibo, lavori e idee, la clessidra è pronta: l’Italia non può fallire l’appuntamento con la ripresa universale.
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