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Nuove forme di promozione del territorio ad Arbus e Sassari

In questi giorni d’estate, prima il Comune di Sassari e poi quello di Arbus hanno annunciato la creazione delle prime due spiagge per naturisti di Sardegna, fatto abbastanza nuovo per la regione, dove la pratica del naturismo veniva fatta in calette nascoste o in aree non autorizzate.

Perché i comuni hanno fatto questa scelta? La Regione Sardegna nel 2017 ha approvato la legge n. 16 del 28/7/17 per la promozione del turismo Sardo e lo sviluppo della Regione. L’art. 36 disciplina le spiagge naturiste purché siano in equilibrio con il contesto ambientale, possono essere in aree protette, individuate dai comuni con i piani di utilizzo dei litorali attraverso i PUL, ed individuate con opportuna segnaletica.

La Regione, con questa nuova legge di promozione del turismo, ha deciso di promuovere il territorio e lo sviluppo economico sociale, attraverso la riorganizzazione delle norme in vigore, definendo: il turismo in Sardegna, gli ambiti di applicazione della legge, gli operatori del settore, i possibili canali di sviluppo soprattutto alberghiero, classificando le attività destinate all’ospitalità e non per ultimo come importanza ha riconosciuto l’interesse strategico delle vecchie ferrovie regionali abbandonate oggi utilizzate a scopi turistici (trenino verde) e delle ippovie.

Le due spiagge sono Portoferro a Sassari e Piscinas ad Arbus, la prima è considerata una delle più belle spiagge della Sardegna già meta di turisti naturisti, mentre la seconda è una spiaggia di 800 metri di litorale sparso tra le dune, non lontana dagli alberghi. Nelle varie recensioni sono considerate spiagge per naturisti ma non autorizzate quelle di: Capo Ferrato a Muravera, Is Benas San Vero Milis, Parco naturale di Seu a Cabras, Porto Pino tra Teulada e Sant’Anna Arresi, Ezzi Mannu tra Stintino e Sassari, Liscia Ruja ad Arzachena, Lu Littaroni ad Aglientu. Secondo i vari bloggers, queste località saranno le prossime spiagge ad essere autorizzate. 

Il movimento naturista
I naturisti in Europa sono circa 20 milioni, mente negli USA sono 40 miloni, questa pratica di vivere in armonia con la natura ed il proprio corpo, è di origine antichissima e le prime forme organizzate risalgono ai primi del 900, quando nella Svizzera Italiana si creò una piccola comunità di naturisti detti "BalaBiot". Il naturismo come lo vediamo oggi divenne pratica costante dopo la Seconda Guerra Mondiale soprattutto nel Nord Europa. In Germania non è difficile trovare parchi e laghi frequentati da naturisti, ad esempio a Berlino nel centralissimo Tiergarten è possibile scorgere uomini e donne nudi che prendono il sole, addirittura nella ex-DDR erano ammesse spiagge per nudisti, ed oggi si trovano anche piscine al chiuso per la pratica invernale.

L’ex Yugoslavia e soprattutto la Croazia è ancora oggi nota per i campeggi FKK, ovvero campeggi autorizzati per soli nudisti dove il vestito non è gradito.
In Francia il turismo naturista è molto sviluppato sia come campeggi che alberghi destinati a questo scopo, i due centri più sviluppati e noti sono l’Isola dell’Esterl e Cap d’Agde, strutturati come villaggi per naturisti.

In Spagna il naturismo è più che tollerato, ad esempio a Barcellona sorgono due spiagge dove tale pratica è ammessa, la prima è la storica spiaggia di San Sebastià che ha perso la sua destinazione originale in quanto un lussuoso hotel ha cambiato le abitudini dei bagnanti, la seconda spiaggia è Mar Bella sempre nel capoluogo Catalano prevalentemente gay. Altre località che hanno cambiato le abitudini turistiche spagnole sono Stiges considerata la Saint Tropez Spagnola, anche questa prevalentemente gay come pure le Isole Canarie.

La situazione italiana
L'Italia ad oggi è molto indietro rispetto agli altri Stati europei per l’accettazione e la creazione di nuovi spazi per turisti naturisti. Qui da noi vigono ancora i concetti della pubblica decenza e degli atti osceni in luogo pubblico, quindi limitano lo sviluppo di questa fonte di ricchezza e possibilità di crescita del turismo locale. Il naturismo in Italia è tollerato ma non ammesso salvo casi in cui è disciplinato da apposite leggi regionali come la Sardegna oppure da regolamenti comunali come per il caso di Vigevano dove lungo il fiume Ticino, alle porte di Milano è stata autorizzata la prima spiaggia lombarda per naturisti.
Per avere un’idea chiara della situazione italiana, è sufficiente guardare quanti villaggi naturisti sono presenti e quante spiagge naturiste sono state autorizzate. Il campeggio più famoso ed uno dei pochi è quello di Capo Rizzuto in Calabria. Per non parlare poi di spiagge naturiste LGBTQIA dove sono ancora meno, tollerate e non autorizzate. Potremmo dire che in Italia ogni occasione è buona per perdere turisti. Avendo aree autorizzate o tollerate potrebbe essere uno stimolo per l’insediamento di nuove strutture ricettive, ed il recupero di altre, senza considerare la possibilità di creare nuove imprese legate ai servizi turistici e alla promozione del territorio. 

Un altro problema del turismo italiano è che viene limitato prevalentemente ai mesi di luglio agosto e settembre, quando potrebbe essere sviluppato da aprile fino a ottobre, oppure tutto l’anno sfruttando diverse opzioni geografiche, regioni come la Sardegna e la Sicilia potrebbero combinare mare e monti in inverno con spettacolari piste da sci vista mare, oppure mare e percorsi montani in alternanza al mare. Forse dovrebbe cambiare la cultura del vacanziere medio italiano, solo mare o solo montagna, solo escursioni o solo villaggi turistici, ma queste combinazioni devono essere promosse ed invogliate come ad oggi la Regione Sardegna stà cercando di sviluppare. Vedremo se questi buoni propositi verranno messi in atto.

Forse ci si dimentica che il naturista è nudo solo dove pratica il naturismo mentre nelle altre aree è vestito come tutti gli altri turisti.

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Giorgio G. Castoldi

Professore a contratto Università degli Studi di Milano

Twitter @padanianb

 

 

 

 

 

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