"L'ultimo ceffone lo abbiamo preso qualche giorno fa. E tanto per cambiare dalla Germania che grazie al 25° anniversario della caduta del Muro ha fatto registrare un nuovo record di presenze e si prepara a scalare le classifiche europee. Cosa impensabile solo qualche anno fa. Berlino, Friburgo, Colonia, Monaco mete da preferire a Dolomiti, Vaticano, città d'arte e isole comprese?"
Inizia così un articolo pubblicato da il Messaggero a fine ottobre dell'anno scorso. A riguardo il mio compagno di desco Claudio Pizzigallo scrisse su questo giornale un pezzo sensato, suggerendo di puntare sulla qualità piuttosto che sulla quantità degli arrivi - tema caro alle molte mete turistiche italiane che a stento riescono a mantenere quell'habitat naturale delle loro realtà urbane che poi tanto cerchiamo di proteggere per gli animali, come se invece noi fossimo una specie immune a questa esigenza primaria.
Siamo dovuti rimanere nell'automobile durante il breve tragitto ferroviario sul Deutsche Bahn-SyltShuttle da Niebüll a Westerland - popolare località balneare tedesca sul Mare del Nord e centro principale nonché mondano dell'isola di Sylt - Isole Frisone Settentrionali, nello Schleswig-Holstein. Insomma, la Germania nord occidentale. A motori spenti, il viaggio è durato 30 minuti esatti. Il viaggio in treno più bello della mia vita! Sulla radio NDR 2 (la radio che ho amato quasi quanto la Doris Zaccone su Capital In The World!) andava Please please please let me get what I want dei The Smiths, e davanti a noi accadeva qualcosa di unico: scivolavamo piano su una diga, una linea quasi retta che collegava la terraferma con l'isola baciata dal mare e dal vento e con un cielo così agitato che non riuscimmo ad annoverare tutti i colori che Sylt decise di donarci come benvenuto. Sylt ha una superficie di 99 km², lunga e stretta, il suo punto più alto si trova a 52 metri sul livello del mare. Conta 21000 abitanti, ma quel che è più affascinante è che come mi disse una mia cara amica amburghese: "Sylt è totalmente tedesca, sembra inglese ma parla Danese!". La chiamano in vari modi, "la Capri del Nord", "gli Hamptons tedeschi", "Portofino di Amburgo" ma in realtà è un paradiso con 40 km di spiagge dove già agli inizi dell'Ottocento capirono il suo potere non solo balneare ma terapeutico: il vento pesante di iodio fa miracoli alle vie respiratorie! Lo fece anche alla mia sinusite.
Di fatto mentre facevo i miei quotidiani bagni di iodio lungo la spiaggia del Parco Naturale Ellenbogen (avete presente Isak Borg de Il posto delle fragole e la sua la ricerca del tempo perduto?) ogni insofferenza emotiva svaniva, la voglia di pacificarsi con il passato - cosa che molti provano al meno una volta nella vita - accadeva come per miracolo. Merito dell'offerta turistica di Sylt? Non ne sono sicuro, ma quel che di certo mi ricorderò sono le famiglie con bambini che raccolgono rifiuti (pochi, pochissimi in verità) sulle spiagge e le caricano sulle loro macchine da ricchi super ricchi con meravigliosi cani a guinzaglio muniti di pedigree che farebbero invidia anche ai Welsh Corgi della Regina Elisabetta. Case frisoni con i tetti di paglia, apparentemente uguali ma così diverse tra loro, ovunque e rispettando un piano regolatore molto rigido (mi dicono). Tutto questo a prezzi piuttosto alti. Eh certo, turismo di lusso! Non sembrava tale però. In realtà la catena di ristorazione di ottima qualità a prezzi accessibilissimi, Gosch Sylt o il famoso Sansibar che oramai vende i suoi vini su AirBerlin, sono entrambi stati partoriti da quest'isola così "upper class" ma così maledettamente democratica: poi essere un von Hohenzollern o la stessa Merkel, ma in fila ti ci metti ugualmente per mangiare una delle loro prelibatezze, al tramonto. Riprendendo quel che diceva Claudio nel suo pezzo - lui è di madrelingua italiana, lo fa meglio di me: "Non si può puntare all'infinito verso la crescita quantitativa. Anzi, ci sono città (da Venezia a Roma passando per Firenze) dove si è già compreso che a lungo termine ricevere sempre più visite comporta problemi e disagi per i residenti, per i beni culturali o paesaggistici, e quindi per l'attrattività turistica". No, eh no che non si può, perché prima o poi questa terra che ci è stata data per un qualche miracolo e non certo per merito potrebbe esserci tolta con la stessa leggerezza con la quale io sognavo ad occhi aperti sdraiato sull'erba guardando il cielo dipinto da Friedrich nel suo Viandante sul mare di nebbia, sognando lui allora una Germania unita e forte. Forse quello che ci manca, ora, è una vision, un minimo di programmazione per, che ne so, i prossimi 5 anni?! Pochi ma determinati obiettivi da raggiungere in un periodo di alcuni anni. Tutti abbiamo bisogno di una vision, anche un Gipsy come me.
Damir Biuklic - Mailander
Twitter @DamirDamir
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