È adesso che inizia la fase più importante del mondiale: quella dei conti, del bilancio tra costi e ricavi. Perché il successo più importante, quando si organizza un grande evento come la Coppa del mondo, non è quello sul campo ma sul territorio
Ed è in effetti curioso che a vincere, meritatamente, la competizione calcistica globale sia stato un Paese come la Germania che economicamente ha affrontato bene e in fretta la crisi ed è ormai in una fase di forte e consolidata ripresa.
Bloomberg, una delle principali testate finanziarie internazionali, aveva, in un primo momento, sostenuto che un'eventuale sconfitta della nazionale di Scolari avrebbe paradossalmente "fatto bene" al Brasile, che dal 2011, cioè da quando è al potere la presidentessa Dilma Rousseff, ha visto rallentare la sua crescita (ora al 2%, Pil allo 0,2%) e risalire l'inflazione (oltre il 6.5%). Ma proprio Bloomberg ha rivisto le sue previsioni dopo la semifinale contro i futuri campioni del mondo. Perché se una sconfitta poteva dare la "scossa" ai brasiliani e convincerli a cambiare governo nelle prossime elezioni favorendo nuovi investimenti stranieri, l'umiliante 7-1 patito contro la Germania potrebbe invece, secondo Bloomberg, portare a una depressione comune meno cruenta del Maracanazo del 1950, quando ci furono diversi suicidi, ma economicamente molto più preoccupante, perché causerebbe instabilità interna e diffidenza internazionale.
Il Mineirazo potrebbe quindi rappresentare la condanna dei 9-10 miliardi di euro in finanziamenti governativi (oltre ai 60 miliardi di investimenti diretti della Banca nazionale nel turismo) e uno storico punto di svolta negativa per tutta l'economia del Brasile. La speranza comune è che i verdeoro possano invece riprendersi dalla batosta e riprendere a correre. Sul campo e sul territorio.
Gianluca Dati - Mailander
Twitter @GianlucaDati
LEGGI ANCHE: World Cup, il Brasile rischia l'effetto Grecia?
Mondiali in Brasile, un'anteprima col botto