Federcongressi&eventi presenta due pubblicazioni e i dati sul fenomeno MICE italiano. Italia sesta nella classifica mondiale, in Europa il 50% dei congressi
Facciamo crescere l'industria italiana dei congressi per aiutare la ripresa dell'economia e dell'occupazione. Federcongressi&eventi torna a chiedere maggiore considerazione per un comparto in crisi nel panorama turistico italiano, ma che continua a dar lavoro a quasi 300.000 persone.
L'industria dei congressi e degli eventi continua a crescere a livello mondiale, ma mentre in Europa la spesa per i viaggi d'affari rappresenta il 24% dell'intera spesa turistica, in Italia essa si ferma al 19%. Nel 2013, il nostro Paese si è piazzato al 6° posto della classifica mondiale per numero di congressi internazionali ospitati, e nella classifica per città la prima italiana era Roma al 19° posto, con 92 congressi internazionali. Vienna, che era in vetta, aveva ospitato oltre il 50% di eventi in più. A livello nazionale, il primo posto è degli Stati Uniti, seguiti da Germania, Spagna, Francia e Inghilterra prima dell'Italia.
In Europa si svolge circa la metà dei congressi internazionali, quindi in tal senso l'Italia può migliorare di molto la propria posizione. In questi giorni Federcongressi&eventi ha presentato a Roma due pubblicazioni volte a sensibilizzare le istituzioni sul valore dell'industria congressuale e sui benefici che l'Italia potrebbe ricevere da un loro pieno coinvolgimento nell'attività incoming: uno è il libro bianco del congressuale italiano, l'altro il vademecum sul ruolo dei Comuni in questo settore.
Nel libro bianco, presentato dall'autrice Gabriella Ghigi, si trova un'analisi sui punti di forza e di debolezza dell'offerta nazionale ma anche una serie di proposte sugli ambiti di attività nei quali la politica potrebbe dare una mano qualificata ed efficace. Il vademecum sul ruolo dei Comuni nell'incoming congressuale è stato realizzato in collaborazione con l'ANCI e parte dal fatto che il turista congressuale è un ospite molto importante e va trattato con i guanti. "Anche se la durata del meeting è breve le ricadute positive sulla città ospite sono innumerevoli" ha dichiarato Piero Fassino, presidente dell'ANCI.
"La nostra industria non può più perdere tempo, lo stallo delle istituzioni ci penalizza mentre si avvicinano le importanti scadenze del 2015 (da Expo a Imex), alle quali dobbiamo presentarci nel migliore dei modi" ha spiegato Mario Buscema, presidente di Federcongressi&eventi, che ha spiegato: "L'industria italiana dei convegni, congressi ed eventi dà lavoro a 287.741 persone, di cui 190.125 dipendenti a tempo pieno e 97.616 professionisti autonomi. L'Italia è pronta a proporsi come destinazione a tutto tondo, forte del neo-costituito Convention Bureau Italia, che riunisce sotto la forma di rete d'impresa numerose aziende dell'offerta sotto l'egida, oltre che di Federcongressi&eventi, anche delle altre associazioni di categoria che hanno interessi nel congressuale, e cioè Confturismo-Confcommercio, Federalberghi, Federturismo-Confindustria e Assoturismo-Confesercenti".
"L'alleanza con le altre associazioni è nata nell'ambito di un tavolo di coordinamento voluto da Andrea Babbi, direttore generale dell'Enit. Ora s'è tutto un po' arenato, a causa dello stallo dell'Enit, in attesa dell'approvazione del piano di rilancio ma ogni giorno che passa è per noi e per l'Italia un danno" ha concluso Buscema.
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