Un percorso lungo, iniziato nel 2008, potrà portare nel prossimo biennio al riconoscimento di Città Industriale del XX secolo
A cinquantasei anni dalla morte, l’“utopia concreta” di Adriano Olivetti potrebbe tornare a rifiorire quando la città di Ivrea, oggi candidata come “Città Industriale del XX Secolo”, entrerà a far parte della Lista del Patrimonio Mondiale dell’UNESCO. Il progetto, dopo un percorso avviato nel 2008, anno delle celebrazioni del Centenario della nascita della Società Olivetti, è stato consegnato a Parigi lo scorso gennaio per essere sottoposto alla valutazione degli organismi consultivi del Centro del Patrimonio Mondiale nel ciclo 2017-2018. Nei giorni scorsi un Protocollo d’Intesa è stato firmato presso il ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo per appoggiarne la candidatura. Lo vogliono fortemente il MiBACT, la Regione Piemonte, la Città Metropolitana di Torino, ovviamente la Città di Ivrea e il Comune di Banchette, nonché la Fondazione Adriano Olivetti e la Fondazione Guelpa, tutti firmatari del protocollo.
L’area candidata all’iscrizione è composta da un insieme urbano e architettonico caratterizzato da 42 edifici, progettati dai più famosi architetti e urbanisti italiani del Novecento e collegati al progetto industriale e socio-culturale di Adriano Olivetti. Gli edifici sono rimasti immutati per forma, struttura, materiali e hanno i requisiti di autenticità e integrità richiesti, avendo conservato in modo sostanziale sia i caratteri architettonici dei diversi progetti originari sia gli spazi esterni, che fanno parte integrante dell’originalità dei progetti stessi.
Il modello di Città Industriale del XX Secolo trova il suo fulcro lungo l’asse di corso Jervis, dove si verificano significative trasformazioni urbane e territoriali. Si parte dalle originarie Officine Olivetti del 1896 per passare ai successivi ampliamenti sorti fra il 1939 e il 1962, agli edifici che ospitavano il Centro Studi ed Esperienze e la Centrale Termoelettrica, a quelli della mensa, dei servizi sociali e dell’asilo nido, alle case del Borgo Olivetti e del Quartiere Castellamonte, ai due Palazzi Uffici, e all’Unità Residenziale di Ivrea Centro. I servizi sociali e le residenze sono da considerarsi tra gli esempi più significativi della politica industriale e sociale di Adriano Olivetti, industriale coraggioso e preveggente che aveva scelto di mettere l’urbanistica al centro del suo pensiero. E per questo l’inserimento di Ivrea nel Patrimonio Mondiale dell’UNESCO sarebbe un riconoscimento al suo progetto sociale e politico, prima ancora che industriale.
Una Cabina di Regia incaricata di seguire lo sviluppo delle fasi operative della candidatura è stata predisposta dal gruppo di coordinamento formato dalle varie istituzioni coinvolte.
Riccardo Caldara
Twitter @riccardocaldara
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