4 milioni di persone nello Yorkshire, 7 a Londra: le tappe inglesi della Grand Boucle di questi giorni riempiono le strade di appassionati (anche di selfie, purtroppo) e anche le economie locali
Volendo fare un po' di humor, rigorosamente British, si potrebbe dire che il successo del Tour de France è testimoniato dalla moda dei selfie con i ciclisti. Guardando invece al dato storico geografico, si potrebbe dire che il successo si misura con il fatto che gli inglesi sono entusiasti per un evento organizzato dagli "odiati" francesi.
In ogni caso è innegabile che anche nella Terra d'Albione si conferma lo straordinario potenziale economico e turistico dei grandi appuntamenti sportivi, e in particolare dell'unico, tra gli sport più seguiti, che consente un contatto fisico con i protagonisti della competizione. Contatto fin troppo ravvicinato, considerate le polemiche e i gesti di stizza (telefonini buttati via e spintoni) dei ciclisti infastiditi e ostacolati (addirittura una caduta senza conseguenza per Schleck) dai tifosi che cercano di scattare dei selfie al passaggio del gruppo.
Ma del resto è comprensibile che ci sia qualche inconveniente del genere, quando si radunano milioni di persone. Quattro milioni nelle due tappe corse nello Yorkshire, che hanno poi portato l'italiano Nibali in maglia gialla; addirittura sette milioni nella tappa di Londra, e un milione solo lungo il Mall per la volata finale vinta da Mark Kittel.
La "febbre gialla", nel senso della maglia, ha contagiato anche gli inglesi, come del resto già era successo in Irlanda con il passaggio del Giro d'Italia 2014. Nello Yorkshire anche gli edifici hanno omaggiato il colore della Grand Boucle, e l'entusiasmo visto a Londra ha ricordato quello delle Olimpiadi 2012, tanto che il ciclista australiano Richie Porte ha persino affermato "non dimenticheremo mai questa esperienza, e non mi aspetto tanto calore in Francia".
Un entusiasmo che si tradurrà anche in un significativo contributo economico: basti pensare che l'Isituto Nielsen ha calcolato qualche anno fa che un passaggio di tappa del Giro può generare un ritorno pari a 110 milioni di euro sul territorio ospitante.
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