"Bye Bye Barcelona", documentario di Eduardo Chibas, denuncia i problemi che la metropoli catalana subisce a causa dei troppi turisti, con il rischio di trasformarla in un "parco a tema"
Nel documentario, il regista intervista alcuni barcelloneti, compresi diverse guide ed esperti di turismo: gli intervistati, ciascuno a modo proprio, raccontano come il turismo di massa, i pacchetti a buon mercato e in definitiva la mancanza di misure per arginare il fenomeno stiano distruggendo la città e la comunità di Barcellona. L'anno scorso, i turisti che vi si sono recati sono stati oltre 7,5 milioni, e Barcellona è oggi, afferma Chibas, la "quarta città più visitata d'Europa dopo tre grandi capitali come Londra, Parigi e Roma" e ha il porto che riceve più navi da crociera di tutto il continente. "Gli abitanti di Barcellona hanno visto come in circa un decennio la quantità di turisti è triplicata", spingendo l'economia locale a imperniarsi sull'industria dell'ospitalità sfruttando "un patrimonio costruito dalle generazioni passate" e sottratto ai residenti attuali, soprattutto in alcuni luoghi simbolo come la Rambla, il Barri Gòtic, Barceloneta, la Sagrada Familia e il Park Güell.
Come afferma uno degli intervistati, il rischio maggiore è che Barcellona diventi "un parco a tema come Praga e Venezia": in altri termini, che l'eccesso di visitatori porti a un aumento del costo della vita insostenibile per i residenti, trasformando Barcellona "in una città fantasma".
"Per come la vedo io, il turismo di massa è un tipo di turismo che spende poco, che non offre niente alla città e che anzi ha un costo per la città, a vantaggio di pochi" afferma invece Marc Javierre, fotografo intervistato da Chibas, contrario a quei pacchetti vacanze che offrono "per 300 euro di soggiornare 7 notti".
Secondo Santiago Tejedor, condrettore del Master di giornalismo di viaggi all'Università Autonoma di Barcellona, una soluzione potrebbe essere di imporre un limite al numero di visitatori che la città può ricevere, un po' sull'esempio del Machu Picchu in Perù o delle rovine Maya in Messico. "A volte 'meno è meglio' e in queso senso dovremmo pensare a un nuovo modello che abbia effetti positivi nel medio-lungo periodo" dichiara Tejedor nel documentario.
Anche se, come si legge in un commento al documentario su Youtube (e come riporta anche il Daily Mail), la "colpa" non è dei turisti, bensì delle istituzioni "che investono di più nel turismo a buon mercato che nel turismo culturale".
Sito ufficiale del documentario Bye Bye Barcelona: http://www.byebyebarcelona.com/
Sito personale di Eduardo Chibas: http://www.eduardochibas.es/
Video integrale
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Fonte foto: spanishintour.com