Come è cambiato il turismo negli ultimi 150 anni? Una risposta la prova a dare un'infografica statunitense, che mette a confronto le difficoltà e le preferenze dei viaggiatori del 1863 e dei turisti 2.0 di oggi. Molto è cambiato, ma non tutto
L'anno di partenza per questo "viaggio nel tempo", realizzato dalla traveller community di hotelclub.com, è il 1863: in quell'anno Abraham Lincoln firmò il Proclama di Emancipazione, e "viaggiare iniziò a essere percepito come un'attività ricreativa grazie a una serie di innovazioni", ovvero la prima guida turistica di Karl Baedeker, i primi viaggi all inclusive di Thomas Cook e le prime fotografie di viaggio di Francis Firth (clicca sulle immagini per ingrandirle).
Dove andavano allora i viaggiatori americani? Anche in questo caso, molto è cambiato, e non a favore dell'Italia. Se verso la fine dell'Ottocento Roma era la settima meta più visitata (prima il Cairo, terza la svizzera Davos), infatti, oggi la nostra capitale non figura più nella top ten delle destinazioni preferite dai turisti Usa, che prediligono la tailandese Bangkok. In compenso, l'unica città che resiste dopo oltre un secolo è Parigi, passata dal secondo al terzo posto.
A cambiare profondamente sono anche le lamentele dei viaggiatori, anche dal punto di vista alimentare. Se in epoca vittoriana i turisti britannici erano costretti a portarsi il tè da casa per evitare gli "intrugli" serviti all'estero, e le frugali colazioni continentali lasciavano l'amaro in bocca, oggi in cima alle critiche gastronomiche dei viaggiatori ci sono i pasti serviti (talvolta a pagamento) dalle compagnie aeree.
E a proposito di aerei (e non solo): 150 anni fa gli orari d'arrivo delle navi a lunga percorrenza erano totalmente dipendenti dal meteo, ma anche oggi i ritardi dei trasporti procurano non pochi fastidi. E non fa certo piacere sapere che tra gli aeroporti mondiali più carenti da questo punto di vista c'è anche, al quinto posto, lo scalo di Fiumicino.
Per quanto riguarda la sicurezza dei turisti, il confronto è tra i viaggiatori britannici del 1800, cui non era richiesto alcun passaporto, e i controlli a volte eccessivi negli aeroporti di oggi. Ma le condizioni in cui soggiornano i turisti sono enormemente migliorate, se si pensa che 150 anni fa la maggior parte degli hotel era sprovvista di toilette e che oggi la lamentela più frequente riguarda il wi-fi.
Il miglioramento è netto, oltre che evidente, in ogni ambito dell'offerta turistica. E così, grazie all'evoluzione dell'industria alberghiera e dell'economia globale, si è passati dalle 340 miglia del viaggiatore americano medio del 1900 alle 16.000 miglia del traveller di oggi: il mondo è diventato molto più piccolo, rispetto all'epoca gloriosa dei pionieri turistici.
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