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"Dov'è la notizia? Perché è emerso solo ora?" questi i commenti informali di colleghi italiani ed esteri sulle vicende EXPO. Come a dire: era nel conto, tutto normale, in Italia è così, se non sono i ritardi è la corruzione. Il tutto in un momento in cui alcuni Paesi stanno decidendo se investire ulteriormente, altri se partecipare. Nel frattempo stanno partendo le gare per quello che riguarda gli aspetti legati alla presenza all'EXPO, dagli allestimenti, alla comunicazione etc. E noi, che eravamo riusciti a non farlo per le Olimpiadi invernali del 2006, con grande ritorno di immagine, ci siamo ricascati. E dobbiamo risalire la china.

 

 

"La gravità dei fatti emersi oggi, l'importanza dell'Expo per l'Italia e l'assoluta convinzione che la legalità sia il valore fondante del lavoro di chi opera per il Paese, mi obbligano a riflettere a fondo sulle modalità di conduzione di Expo nel suo ultimo anno di preparazione". Questa la dichiarazione di Giuseppe Sala, commissario unico di Expo 2015, dopo la grave notizia sui 7 arresti per turbativa d'asta e corruzione. Una dichiarazione che, casualmente o forse no, arriva nello stesso giorno in cui il premier Renzi, in visita all'Ansaldo di Genova, ha dichiarato che è "bene puntare sul turismo, i servizi, la cultura, ma l'Italia è anche industria". A Renzi, en passant, ricordiamo che anche il turismo è un'industria, ed è con tutta probabilità l'industria più redditizia che abbiamo in Italia. Talmente redditizia, appunto, da attirare l'attenzione anche di quei corrotti e corruttori che hanno sporcato l'immagine di Expo.
"Svolgo da sempre la mia attività professionale credendo nel lavoro di squadra e nella lealtà dei comportamenti. Oggi questa fiducia appare sorprendentemente tradita da una delle persone di Expo; dal mio punto di vista non intendo sottrarmi alla responsabilità che comunque è sempre in capo a chi guida una società" scrive ancora Sala, che poi nel comunicato diffuso ai giornali ringrazia Pisapia, Maroni e Martina per il sostegno, e ribadisce il suo rispetto per la Magistratura.
Martedì ci sarà un incontro con Renzi, in vista del quale "intendo esaminare quali siano le migliori condizioni di lavoro della Società nell'esclusivo interesse dell'Expo, del Paese e dell'assoluto rispetto della legalità".
Noi, tutti noi che ci occupiamo ogni giorno di turismo e marketing territoriale, e quindi anche di Expo 2015, non possiamo che augurarci che tutto vada per il meglio.
Ci piacerebbe non dover mai leggere né pubblicare certe notizie. Ma perché ciò avvenga, è evidente, non serve ignorare le brutte notizie come questa, né chiudere gli occhi e sperare che passi. Piuttosto servirebbe uno sforzo collettivo, dalle istituzioni agli operatori del settore, per rendere impermeabili alla mafia e alla corruzione le strutture che si occupano di un grande evento come l'Expo. C'è un settore, un Paese da difendere. Non solo Milano e la sua Expo. Quest'ultima è un grande volano pe ril futuro e il mondo che ci guarda, e ci guarderà per 6 mesi durante l'Esposizione Universale del prossimo anno. Cerchiamo di fare in modo che non si debba mai più alimentare lo stereotipo dell'italiano furbacchione e intrallazzone. Se proprio dobbiamo affidarci ai luoghi comuni, preferiamo parlare dell'Italia come del più bel Paese del mondo.

 

Bruno Caprioli - direttore Marketingdelterritorio.info

Twitter @capriolibruno

 

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