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Arrivano segnali incoraggianti dalla politica per il settore del turismo. Segnali che dovranno diventare atti concreti

La settimana si chiude bene per il turismo italiano. Almeno a livello di annunci. Ieri il premier Enrico Letta, parlando con la stampa estera, ha sottolineato: “Penso che il nostro Paese debba puntare moltissimo sul binomio Cultura e Turismo, con il ministro Bray presenteremo a breve le linee guida di quanto il governo intende fare in questa materia”.

mktgSempre ieri, il ministro Massimo Bray ha rincarato la dose, affermando che “in uno stato di difficoltà come quello che stanno vivendo i beni culturali e il turismo, invece di ricevere aiuti continuiamo a subire tagli. Per esempio quello del 15% in due anni sui ‘consumi intermedi’ delle pubbliche amministrazioni, tra cui le fondazioni lirico-sinfoniche, i teatri stabili e alcune importanti istituzioni culturali come la Biennale di Venezia e il Festival di Spoleto, in quanto inseriti nell’elenco Istat allegato alle ultime leggi Finanziarie” e rivendicando quindi con forza una maggiore attenzione per il settore.

Di oggi invece, l’approvazione del “decreto emergenze”, che ufficializza il trasferimento di competenze del Turismo dalla Presidenza del Consiglio al Mibac, cioè al Ministero dei Beni Culturali. Non proprio quello che il settore desiderava, cioè un ministero ad hoc per il Turismo che tenga conto dell’importanza strategica del settore, ma almeno un passo avanti che dà un minimo di speranza, visto che i beni culturali sono comunque un asset importante per il turismo italiano. Interessante a questo proposito l’articolo di Repubblica.it del 17 giugno, rilanciato anche da Bloomberg, secondo il quale “Puntando sul turismo si creano posti e pil”.

Sono belle notizie e bei segnali. Speriamo che ai segnali facciano poi seguito le iniziative concrete: un bel piano sul turismo e una serie di iniziative a sostegno dell’industria turistica, come quelle che chiede Federturismo sul fronte della leva fiscale, quando auspica che “il governo intervenga urgentemente in favore della sospensione e di una profonda revisione dell’Imu per il settore alberghiero, per gli stabilimenti termali e per i cantieri nautici adottando le opportune misure, a partire dalla riduzione della base imponibile attraverso il congelamento del coefficiente di rivalutazione delle rendite catastali dei beni industriali”. Ora non ci resta che aspettare, con le antenne dritte.

 

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