Come il barbiere di Siviglia, il ministro risponde “son qua” a chi gli si rivolge sui social network. Ma riuscirà a trasferire idee e suggerimenti dai tweet ai consigli dei ministri?
Il ministro twitta per avere idee e suggerimenti, e gli piovono addosso decine e decine di risposte: ministro devi fare questo, ministro devi fare quello. E lui, novello Figaro rossiniano, risponde: son qua.
Solo che il factotum della città digitale-culturale-turistica, meglio noto come ministro Massimo Bray, non può davvero pensare di fare come il barbiere di Siviglia, anche volendolo. Se Figaro, infatti, si diceva “pronto a far tutto, la notte e il giorno” e anche “pronto prontissimo son come il fulmine”, il titolare del dicastero di Cultura e Turismo deve sottostare a regole e procedure articolate e complesse, che non si superano con un tweet o uno status su facebook. “Rasori e pettini, lancette e forbici, al mio comando tutto qui sta” si vantava Figaro, mentre Bray ha al suo comando una struttura che negli anni ha dato grande prova di farraginosità e in qualche caso anche di insofferenza.
Tra coloro che hanno risposto all’appello social-ministeriale, c’è chi suggerisce di partire dai giovani, sostenendo che “urge ricambio generazionale nei beni culturali: tanti neo laureati per questo non possono inserirsi nel lavoro, finiti gli studi”, o chi va più sul concreto, chiedendo che si torni a insegnare storia dell’arte negli istituti tecnici e professionali. C’è poi chi indica come prioritario uno spostamento più concreto verso la comunicazione digitale, e chi porta casi specifici, a volte decisamente troppo specifici (come chi ha detto che la priorità è l’archeologia subacquea). Insomma, a ben guardare il materiale da cui partire è “ottimo e abbondante”, come si diceva un tempo nelle caserme. E lasciamo perdere la malizia con cui qualcuno ha giustamente sottolineato che “un ministro del Turismo che occupa una poltrona così importante dovrebbe già conoscere i problemi dell’Italia e cosa fare per risolverli”.
Accettiamo in buona fede il ruolo di barbiere della cultura e del turismo che Bray si è dato con questo appello. Però, se davvero vuole far salire il tenore del nostro sistema culturale-turistico, ci permettiamo di suggerire al ministro Bray di portare davvero le istanze raccolte dai cittadini nel prossimo Consiglio dei ministri, e di non lasciarle lettera morta (o meglio tweet morti) buona sola per accrescere il numero dei fan sui social network (operazione, questa, perfettamente riuscita). “V'è la risorsa, poi, del mestiere” canta Figaro, e ci auguriamo che anche Bray possa cantarlo a squarciagola a chi di dovere.
Il Direttore
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