Alla vigilia dell'inaugurazione dei XXII Giochi Olimpici invernali in corso a Sochi, abbiamo intervistato Evelina Christillin, vice presidente del TOROC, l'ente organizzatore di Torino 2006. Le abbiamo domandato quanto le Olimpiadi siano state fondamentali per il processo d'internazionalizzazione di Torino e se gli effetti del successo del grande evento continuino a giocare un ruolo strategico sulla città in termini turistici. Evelina Christillin è una grande esperta di sport, ne abbiamo approfittato per domandarle una previsione sulla spedizione russa della squadra azzurra: ha azzeccato il pronostico su Armin Zoeggeler, che con il suo slittino ha portato a casa la sesta medaglia in sei Olimpiadi; mercoledì sapremo se Carolina Kostner, che nella prima esibizione a Sochi ha registrato il suo punteggio record in un Olimpiade, ci regalerà la sua prima medaglia olimpica.
Molti torinesi ricordano l'immagine di Seul, quando fu annunciata l'assegnazione a Torino dell'organizzazione dei XX Giochi Olimpici invernali; era il 1999, ma molti ritengono sia stato il "turning-point" per la città sabauda, quando si è compreso che la "one company town " grazie alla leva dei Giochi avrebbe potuto raccontare al mondo le proprie storie e le proprie eccellenze: fu più forte l'emozione o il senso del dovere nella consapevolezza di dovere gestire un'occasione "storica" per la città?
Sicuramente fu grande l'emozione, perché io non avevo nessuna idea in quel momento che sarei stata chiamata a occuparmi dell'organizzazione dei giochi, a me spettava il titolo della promozione dell'evento. Avevamo la consapevolezza di essere dei "newcomers" rispetto agli altri candidati che più volte erano già stati in corsa per l'Olimpiade; abbiamo battuto gli svizzeri, abbiamo chiuso un percorso fatto alla velocità della luce. Arrivare al risultato... beh l'emozione è stata fortissima, ma non ho versato una lacrima; l'emozione era talmente forte che non sono riuscita a razionalizzare il lavoro che ci sarebbe stato da fare di lì in avanti.
Che ruolo hanno giocato le Olimpiadi del 2006 in termini di posizionamento internazionale di Torino?
Un ruolo importantissimo, perché la riconoscibilità e la visibilità di Torino, prima dei giochi o diciamo prima della candidatura, era quella di una città industriale conosciuta in Europa per la Fiat e per la Juventus, e oggi non potremmo nemmeno dire Fiat, oggi diremmo FCA. Ricordo le prime volte che andammo a presentare la candidatura in Australia o in altri Paesi, dove fosse Torino non lo sapeva nessuno; abbiamo dovuto organizzare le mappe, segnalando Parigi, Londra, insomma facendo capire che eravamo da quelle parti. Da allora in poi ci sono stati milioni di contatti televisivi con la stampa di tutto il mondo e per vox populi oramai è assodato il giudizio positivo sull'organizzazione turistica dei giochi, sulla riuscita, sul fascino e soprattutto sulla risposta dei cittadini torinesi e piemontesi nel corso dei quindici giorni. Adesso Torino è conosciuta in tutto il mondo e non solo per la Fiat/FCA e per la Juventus, ma perché è stata città olimpica e le città olimpiche dal 1926 a oggi sono meno di cento quindi è una mappa abbastanza privilegiata; e poi per fortuna siamo ricordati per averli organizzati anche bene e questo va anche abbastanza in controtendenza con l'idea generale che gli italiani sono spiritosi, simpatici, artistici, modaioli, grandi cuochi, ma certamente non grandi organizzatori.
Ritiene che i benefici della torcia olimpica abbiano ancora effetto a otto anni di distanza, soprattutto considerando gli exploit di Torino nei numeri del turismo in città post 2006?
Per la città senz'altro, occupandomi da allora non direttamente di promozione turistica, ma di istituzioni culturali importanti, il trend di visitatori e turisti che arrivano e approfittano anche delle opportunità culturali e artistiche che il territorio offre è cresciuto di anno in anno. Io credo l'Olimpiade sia stata determinante e che stia continuando a dare risultati assolutamente straordinari e direi quasi in aumento anche grazie agli investimenti di tipo hardware che ci sono stati, penso all'Autostrada di Pinerolo, la nuova corsia nell'autostrada per la Francia, al rinnovo dell'aeroporto, a tutta una serie di risorse alberghiere che prima non c'erano, ai centri congressi importanti. Ma soprattutto l'Olimpiade ha dato una spinta a tutta una serie di asset culturali: da Venaria, al Museo del Cinema al Museo Egizio, ai teatri, alla musica, al libro: è tutto un sistema che ha dato e sta dando risultati importanti certo non solo grazie ai giochi ma anche a visioni strategiche delle amministrazioni locali che hanno saputo guardare lontano.
Sochi 2014: il 23 febbraio si concluderanno i primi Giochi Invernali nella storia della Russia. Ha qualche nome di atleta italiano che può regalarci soddisfazioni e medaglie e che consiglia di tenere d'occhio?
Purtroppo quest'anno mi pare che la nostra spedizione olimpica manchi di grandi assi come avevamo nel 2006. Paradossalmente le dico i nomi di due vecchie glorie, uno è Armin Zoeggler per lo slittino che a 40 anni continua a vincere in Coppa del Mondo, e l'altra è Carolina Kostner arrivata terza agli europei, che a 27 anni è più che matura per vincere la medaglia olimpica. Oltre a questi, tutto quello che verrà sarà una piacevole sorpresa, ma ripeto la spedizione di quest'anno non è la migliore tra le recenti Olimpiadi invernali.
Nel corso dei giorni di Torino 2006, l'entusiasmo per l'organizzazione e le condizioni idilliache spinsero Massimo Gramellini a proporre la candidatura di Torino per i Giochi Olimpici estivi: l'anno scorsa la Città ha ospitato i World Master Games, a maggio lo Juventus Stadium sarà teatro della finale di Europa League, nel 2015 Torino sarà Capitale europea dello Sport. Pensa che la vocazione sportiva di Torino possa farci sognare di organizzare un'Olimpiade estiva?
No, temo che resterà un sogno.
LEGGI ANCHE: Sochi 2014: la montagna sul Mar Nero sarà una nuova meta mondiale dello sci?