Il direttore generale dell'Enit spiega come ha riformato la gestione economica dell'Agenzia. E per il 2015 invita gli italiani a "sentirsi testimone e ambasciatore dell'Italia"
Babbi il rottamatore, o più semplicemente Babbi il padre di famiglia. È il ritratto che emerge dalle parole con cui Andrea Babbi, da circa un anno direttore generale dell'Enit, descrive il lavoro fatto e quello da fare per l'Agenzia Nazionale del Turismo. Una serie di operazioni e interventi per risparmiare e per razionalizzare i (pochi) fondi a disposizione, e per far diventare l'Enit il centro del percorso di rinascita per il sistema Italia sul mercato ricettivo globale.
"Il primo input del mio mandato è stato quello di rispedire quattro dirigenti da Roma all'estero, perché è lì, a diretto contatto con gli operatori stranieri, che si combatte ogni giorno la battaglia dell'incoming, fondamentale" ha spiegato il dg a Lorenzo Crespi de Il Mondo. Per il 2014, il contributo statale per l'agenzia è di 18 milioni di euro; non molti, considerato il compito che spetta all'Enit, ma Babbi spiega come ha agito per "sfruttare" al meglio ogni centesimo: "Più che attuare una spending review, ho agito con la diligenza del buon padre di famiglia, riducendo i costi di gestione: risparmiando, per esempio, il 60% negli affitti di sei importanti sedi all'estero (riaperte all'interno di consolati o ambasciate o in coabitazione con camere di commercio o Ice), abbattendo del 50% i costi telefonici e di connettività internazionale, utilizzando esclusivamente software open source, eliminando le auto blu. E per il 2014 prevediamo un altro 12% di tagli".
Non solo revisione della spesa, ma anche scelte operative e strategiche: "Dal primo gennaio i nostri rappresentanti sono tutti fisicamente presenti nelle sedi delle sette direzioni d'area che presidiano la promozione turistica dell'Italia nel mondo da New York, San Paolo del Brasile, Francoforte, Parigi, Mosca, Pechino e Tokyo, in stretta sinergia con il nostro ministero degli Esteri".
Una vera operazione di risanamento, quella portata avanti da Babbi, che chiarisce anche come il compito dell'Enit stia evolvendo: "In questi mesi abbiamo riavviato le relazioni e accompagnato imprese, consorzi e regioni verso i grandi tour operator leader nei rispettivi Paesi in occasione di eventi e manifestazioni in Italia e all'estero, con azioni di comarketing, sponsorizzazione, workshop ed educational, non più solamente fiere" soprattutto in considerazione del fatto che "L'obiettivo finale è quello di sostenere dal punto di vista promo-commerciale chi in Italia ha camere da vendere: quei 5 milioni di posti letto, fra alberghieri e non alberghieri, che possono essere giornalmente offerti sui mercati, venendo incontro alla domanda fortunatamente in crescita del turismo internazionale, che compensa il calo di quello interno, frenato dalla crisi".
Alla luce di queste operazioni, l'Expo diventa quindi un appuntamento di straordinaria importanza, come spiega ancora Babbi: "È per l'Agenzia che dirigo l'occasione della svolta, ma è anche un'opportunità perché tutto il Paese cambi, ci creda. Ogni italiano si deve sentire testimone, ambasciatore personale di Expo e dell'Italia verso ogni tipo di rapporto che ha all'estero, si tratti di amici, clienti o fornitori, facendo in modo che nel 2015 ciascuno di loro sia invitato a venire in Italia per visitare la sua città, il suo territorio e in aggiunta l'Expo. Turisticamente parlando, il made in Italy è oggi il nostro primo prodotto, al pari del Colosseo, della Torre di Pisa o delle Dolomiti patrimonio dell'Unesco. E l'Esposizione universale 2015 come tale va promossa, venduta, fatta conoscere al mondo: Expo made of Italians".
LEGGI ANCHE: Babbi al WTM di Londra: “Riformeremo l’Enit”
2014 roseo per l'Italia secondo il 96% dei tour operator
Tra Jobs Act e l'Expo: il turismo può risollevare il lavoro in Italia?