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Mentre non si sono ancora spente le polemiche per l’acquisto dell’isola sarda di Budelli da parte di un imprenditore neozelandese, Santo Stefano, nell’Arcipelago Pontino, finisce su un annuncio di vendita online. L’area è protetta, ma anche in questo caso lo Stato non potrà acquistare un pezzo di patrimonio paesaggistico d’Italia

 

“Vendesi Isola di Santo Stefano, la più piccola isola dell’Arcipelago Pontino, ad un miglio circa dall’Isola di Ventotene. L’isola di S. Stefano esercita un richiamo turistico notevole: gli scorci naturali, lo splendido mare ed i fondali ricchi di pesci e flora marina costituiscono uno scenario unico per chi ama il mare e gli sport subacquei; S. Stefano costituisce infatti un paradiso naturalistico incontaminato”: inizia così, su Immobiliare.it, l’annuncio della messa in vendita di Santo Stefano, l’isola dove – come lo stesso annuncio ricorda – furono incarcerati l’anarchico Gaetano Bresci, noto per aver ucciso il re Umberto I, e il futuro presidente della Repubblica Sandro Pertini, incarcerato per la sua opposizione al regime fascista.

Un’altra isola in vendita, dopo quella sarda di Budelli recentemente acquistata, tra non poche polemiche , da un imprenditore neozelandese. Un altro pezzo di patrimonio d’Italia che finisce su un annuncio di vendita online, come più volte capitato per esempio al borgo abruzzese di Valle Piola. “S. Stefano ha una superficie di ettari 28.76.67, di cui 25.30.79 ettari appartengono ad un unico proprietario ed i restanti 3.45.88 appartengono al Demanio (l’area dell’ex cittadella Carceraria Borbonica)” spiega ancora l’annuncio di vendita. Il proprietario attuale è, come riportano le agenzie di stampa, “un notaio napoletano che vuole restare anonimo”, e l’area in vendita è edificabile, anche se inserita in una zona marina protetta (Area Marina Protetta di Ventotene e Santo Stefano).

In realtà non è neanche la prima volta che Santo Stefano finisce in vendita: a giugno, Casa 24 Plus de “Il Sole 24 Ore” riportò le dichiarazioni dell’agenzia immobiliare che aveva messo in vendita l’isola. All’epoca il prezzo richiesto era di 22 milioni di euro, e l’agenzia informava che sul territorio di Santo Stefano mancava anche la rete idrica. “Nell’isola non esiste una rete idrica, ma ci sono numerose cisterne per la raccolta dell’acqua piovana; la produzione di energia è affidata a pannelli solari” conferma infatti l’annuncio attuale.

Il sindaco di Ventotene, Giuseppe Assenso, la storia la conosce bene. Qualche anno fa, infatti, cercò di comprare su mandato l’isola: “Sette-otto anni fa l'allora governatore del Lazio Piero Marrazzo mi diede il mandato di acquistarla per conto della Regione. Il proprietario è un notaio napoletano, e io andai a Napoli nel suo studio per incontrarlo. Potevo trattare, questa l'indicazione di Marrazzo, fino a due-tre milioni di euro. Ma il proprietario mi fece una richiesta sproporzionata: venti milioni”.

L’annuncio comparso su Immobiliare.it, invece, non fa riferimento al prezzo ("Trattative riservate" si legge), ma di sicuro la cifra sarà sensibilmente superiore ai 2,94 milioni di euro pagati per Budelli. Per quanto riguarda i vincoli ambientali, la quasi totalità dell’area in vendita è di fascia A (riserva integrale), che prevede vincoli ambientali e paesaggistici particolarmente severi che, per la legge italiana, sono indipendenti dal regime demaniale, e quindi dalla proprietà. Proprio questi vincoli hanno permesso di mantenere intatto il fascino di Santo Stefano, come lo stesso annuncio ricorda, e anche il nuovo proprietario dovrà attenervisi. Ciò che fa storcere il naso ad alcuni, piuttosto, è che, come successo per Budelli, anche Santo Stefano difficilmente potrà essere acquistata da soggetti pubblici. Ancora il sindaco di Ventotene spiega: “Noi come Comune non siamo nelle condizioni. Potrei chiedere alla Regione, ma non credo che a quelle cifre ci staranno”. E così, appunto, l’unica soluzione è che l’isola passi da un privato a un altro privato. Con buona pace del patrimonio pubblico.

 

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