Anche sul Lago di Como il bilancio (ancora provvisorio) dell’estate turistica riflette l’andamento nazionale: ovvero, un calo delle presenze italiane compensato da un aumento delle presenze straniere. A differenza del dato nazionale, invece, sul Lario i viaggiatori stranieri “protagonisti” dell’estate non sono stati i russi, o i cinesi, ma i turisti “tradizionali”, quelli che da anni si recano sulle sponde del Lago di Como: tedeschi, americani e inglesi.
Tuttavia, anche se – considerato il contesto economico italiano e internazionale – gli indicatori parlano di una stagione tutto sommato positiva, tra chi opera nel settore turistico lariano non manca qualche malumore. Come nel caso di Andrea Camesasca, vicepresidente degli Albergatori Lariani e consigliere delegato per il Turismo della Camera di Commercio di Como, che in un’intervista pubblicata sul Corriere di Como non nasconde “rammarico e sconforto”.
“Sintesi di bilancio sono premature, ma premettendo che si va ancora per sensazione, senza dati e percentuali, possiamo dire che le speranze che abbiamo annunciato a luglio si sono confermate: la stagione è andata bene per il Lago di Como. Il territorio comasco piace, soprattutto agli stranieri che hanno sorretto bene gli arrivi e le presenze” esordisce Camesasca, parlando degli “ospiti storici” provenienti da Paesi con economie stabili. Ma poi Camesasca spiega i suoi dubbi: “Visto un risultato come quello ottenuto nell’estate 2013, è deludente pensare a quanto potremmo realizzare e ottenere offrendo un territorio al meglio delle sue vocazioni”. Il vicepresidente degli Albergatori Lariani illustra quindi una “proposta appetibile e realizzabile”, fatta di servizi adeguati all’accoglienza al top, strade, trasporti e infrastrutture.
“È triste pensare che i sacrifici degli imprenditori, che lavorano sul campo con passione e con diligenza e che spesso sono famiglie che conducono direttamente i bilanci degli alberghi, debbano poi subire il salasso di balzelli e tasse” afferma Camesasca, facendo riferimento all’Imu incombente per gli alberghi. Per lo sviluppo del marketing territoriale lariano, invece, non è il lusso la carta vincente: “Montecarlo o Portofino sono visitabili da parte di tutti anche se sul mercato sono percepite mete esclusive. Il Lario deve proporre una accoglienza turistica multiforme, ha i numeri per farlo. Davamo per morti i tre stelle e invece sono alberghi che hanno tenuto. E nei siti di booking i bed and breakfast e le case vacanza fanno un lavoro egregio per il marketing del territorio”. Camesasca parla poi delle opportunità offerte dal web e dai social media, ma avverte: “Prima ancora di Internet e di tanti progetti roboanti, occorre andare sul pratico: mettiamo cartelli in inglese per segnalare le bellezze lariane. Basta poco per ottenere una visibilità degna di un territorio come il nostro”.
Anche se le quantità e le percentuali sono ancora in fase di elaborazione, per la stagione turistica estiva sul Lario è già tempo di bilanci. Gli indicatori tendono al bello nonostante la crisi economica che si è fatta sentire falcidiando le potenzialità di spesa delle famiglie italiane. E infatti se va bene lo dobbiamo soprattutto agli stranieri: tedeschi, americani e inglesi in testa.
Ma tra gli operatori non manca chi si vuole levare qualche sassolino dalla scarpa e dietro l’ottimismo pur necessario nasconde più di un mal di pancia.
È Andrea Camesasca, vicepresidente degli Albergatori lariani nonché consigliere delegato per il Turismo della Camera di Commercio di Como.
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