fbpx

Il turismo può aiutare Haiti a risollevarsi dal tremendo terremoto del 2010? Trattandosi di un paradiso tropicale, un’isola nei Caraibi, sembra difficile pensare il contrario. Ma che grazie al turismo Haiti possa tornare ai suoi “halcyon days”, i suoi giorni di prosperità, è più complicato da credere e comprendere, soprattutto se non si conosce la storia di questo territorio.

Una storia che su “The Guardian” viene raccontata proprio da un haitiano, Prospery Raymond. “Haiti ha proclamato la sua indipendenza nel 1804, primo paese dell'America Latina e dei Caraibi a farlo. Nonostante abbia dovuto pagare un esorbitante tassa indipendenza , pari a  21 miliardi di dollari attuali, è stato un luogo relativamente prospero e pacifico per vivere” scrive Raymond, che spiega come “in effetti, la maggior parte degli haitiani ha avuto una vita decente prima del 1960, quando il Paese era paragonabile a Canada e Australia in termini di sviluppo”. “Insieme alla Cuba pre-rivoluzionaria, Haiti è stata la meta turistica di punta negli anni Cinquanta, e attirava viaggiatori facoltosi del jet set provenienti da Stati Uniti ed Europa: era il posto in cui stare e in cui farsi vedere” spiega ancora Raymond. Che fa esercizio di ottimismo per il futuro, nonostante ammetta che “negli ultimi 60 anni la situazione si è deteriorata”.

“La maggior parte delle persone che incontro pensano che la situazione qui sia disperata, ma io dico loro che credo ci sia un sacco di speranza per Haiti: siamo arrivati ??a questa situazione difficile da un tempo relativamente breve, e se si guarda alla storia di altri Paesi ricchi, si scopre che anche se hanno avuto molte più difficoltà poi sono riusciti a risolvere i loro problemi. E gli haitiani faranno lo stesso”. Certo, il terremoto del gennaio 2010 – che causò oltre 200.000 vittime – è stato un duro colpo per Haiti, ma una rinascita è possibile, così come è possibile riportare il Paese ai fasti del passato. Proprio attraverso il turismo: “Uno dei principali modi in cui credo che gli haitiani possano innescare la ripresa economica è attraverso il turismo, specialmente con pacchetti per vacanze ecosostenibili o di nicchia, per coloro che vogliono sperimentare qualcosa di diverso” senza ricorrere alle compagnie straniere di navigazione per crociere che attualmente portano pochissimo beneficio all’economia locale.

Il ministero del Turismo di Haiti si sta impegnando per “rebrandizzare” Haiti come destinazione turistica globale, con lo slogan “Haiti – experience it”. E l’anno scorso il Paese ha avuto 950.000 presenze turistiche. Ma sono ancora pochi, in confronto ai 4,5 milioni registrati nella parte orientale dell’isola dove sorge Haiti, quella della Repubblica Dominicana. “Abbiamo le potenzialità per attirare almeno il doppio dei viaggiatori attuali” scrive Raymond.

Per migliorare le proprie performance turistiche Haiti ha tutte le carte in regola: scarsissimo tasso di criminalità, la musica, il folklore, la cucina, il Carnevale dei Fiori (che si è svolto a Port-au-Prince lo scorso 28 luglio, attirando circa mezzo milione di persone) e naturalmente tutti i vantaggi dell’essere immerso nel Mar dei Caraibi. “Se attirassimo più investimenti internazionali, potrebbero essere utilizzati per migliorare le infrastrutture, creare posti di lavoro, e sostenere le fasce più deboli della popolazione” scrive ancora Raymond, che invita a seguire la pagina facebook ufficiale del turismo haitiano. “Non posso dire che i visitatori troveranno un luogo perfetto, ma sono sicuro che potranno godersi il loro soggiorno e iniziare a pianificare un prossimo viaggio qui, o almeno dedicare un po' di tempo a pensare positivamente al futuro di Haiti e dei suoi cittadini”.

 

LEGGI ANCHE: La ricostruzione dell’Abruzzo passa dal turismo

Il roadshow e il Libro Bianco di Federturismo per la rinascita del turismo italiano

Napoli, dal fuoco all’acqua per continuare la rinascita

Il ristorante che non c’è, ma che su TripAdvisor ha cinque stelle

Questo sito utilizza cookie tecnici che ci consentono di migliorare il servizio per l'utenza. Per ulteriori informazioni leggi la nostra Cookie e Privacy Policy. Leggi di più