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Dopo 15 anni di attesa, le autorità americano aprono il mercato ai salumi freschi di Lombardia, Emilia-Romagna, Veneto e Piemonte. E i produttori pregustano numeri da record

Che uno dei settori più forti per valorizzare il nostro territorio sia l'agroalimentare è fuor di dubbio: basta chiedere a qualunque cittadino del mondo che cosa gli ricorda l'Italia e, pregiudizi negativi a parte, spunteranno sicuramente fuori la pasta e, ovviamente, la pizza. Negli Stati Uniti, poi, uno dei condimenti per la pizza più amati da decenni è costituito dai "pepperoni", che curiosamente indica il salame piccante.

Se poi consideriamo che recentemente l'Animal and Plant Health Inspection Service – l'autorità USA che si occupa del controllo dei prodotti animali e delle conserve – ha riconosciuto i territori regionali di Lombardia, Emilia-Romagna, Veneto e Piemonte (oltre alle province autonome di Trento e Bolzano) come indenni dalla malattia vescicolare del suino, possiamo comprendere l'entusiasmo dei produttori di salumi italiani per il futuro. Un futuro roseo come la carne suina, in effetti.

Il Sole 24 Ore di oggi, infatti, dà una notizia molto "appetitosa" per il mercato alimentare italiano. Che grazie alla fine dell'"embargo" USA potrà dare il via all'export di salumi a breve stagionatura provenienti dalle regioni succitate (oltre a quelli di Valle d'Aosta, Liguria, Marche e Friuli-Venezia Giulia, già liberi da anni). Un via libera che, secondo gli esperti, porterà a una crescita di oltre 10 milioni di euro dell'export verso gli Usa, che già oggi valgono 68 milioni di euro (+29,7% nel 2012).

A Milano è terminata da pochi giorni l'edizione 2013 di «Tuttofood», rassegna biennale dedicata all'agroalimentare made in Italy. E con i tempi di recessione profonda che corrono è certamente cosa rara sentire produttori e addetti marketing del settore dei salumi e delle carni suine che parlano di prospettive incoraggianti e di fiducia. Nonostante la crisi del borsellino domestico abbia intaccatto anche le vendite della salumeria dove lo scorso anno hanno perso circa il due per cento in valore.

A infondere ottimismo è stata certamente una notizia attesa da più di quindici anni: da oggi gli Stati Uniti aprono ufficialmente il loro grande mercato anche ai salumi a breve stagionatura – quali salami, pancette, coppe – provenienti da Lombardia, Emilia-Romagna, Veneto, Piemonte e dalle province autonome di Trento e Bolzano. Questo perchè nelle settimane scorse l'Animal and Plant Health Inspection Service – l'autorità degli Stati Uniti che opera nel controllo dei prodotti animali e nelle conserve – ha riconosciuto i territori delle quattro regioni e delle due province come indenni dalla malattia vescicolare del suino. Riconoscimento già concesso a Valle d'Aosta, Liguria, Marche e Friuli-Venezia Giulia.

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