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“Noi abbiamo capitreno. Se servono guide o accompagnatori è un problema di chi gestisce il turismo... ”: l'appello, o forse il grido di protesta, arriva dalla Sardegna. A lanciarlo è Giovanni Caria, presidente dell’Arst, l'azienda regionale di trasporti pubblici. Oggetto del contendere è invece il "Trenino Verde", storico sistema di trasporto su rotaia (400 km su e giù per l'isola) e attrattorre di turisti e curiosi interessati a conoscere viaggiando l'interno della Sardegna.

Su "La Nuova Sardegna", Sandro Macciotta intervista il presidente dell'Arst per conoscere la difficile situazione del Trenino Verde, le cui potenzialità turistiche sono fortemente compromesse da problemi economici e soprattutto gestionali. "Viaggiamo in perdita, ma sino a quando ci saranno i soldi il Trenino verde sarà una bella realtà" dice Giovanni Caria.

Problemi di bilancio; locomotori e vagoni spesso molto vecchi (o antichi, meglio) da riparare, o da restaurare, o da sostituire definitivamente; responsabilità politiche da chiarire: questi i problemi principali che rischiano di far perdere alla Sardegna un simbolo, ma soprattutto un veicolo, in ogni senso, di promozione turistica globale.

Nell’immaginario collettivo il Trenino Verde della Sardegna rappresenta al meglio l’interno selvaggio e antico dell’isola. Un simbolo, con i suoi 400 chilometri di linee a scartamento ridotto, di quella “Sardegna quasi un continente” ricca di lingue, culture e micro-comunità straordinariamente ricche e diverse.

Eppure il Trenino verde sembra essere figlio di nessuno. L’Arst - l’Azienda regionale trasporti - lo gestisce tra enormi difficoltà ma non lo promuove. L’assessorato al Turismo, che di questo “attrattore” di viaggiatori e curiosi dovrebbe essere il massimo valorizzatore, si piega invece alle resistenze di un sistema Regione a compartimenti con scarsa capacità di interagire tra assessorati, enti e comunità locali.

E così il Trenino verde langue. Solo in questi giorni sul sito dell’Arst compaiono le prime indicazioni delle corse per la prossima stagione turistica. Un ritardo assurdo ma comprensibile perché l’Arst si dibatte tra problemi di bilancio e l’assoluta carenza di materiale rotabile per i trenini turistici.

“Noi non spingiamo per il Trenino verde – dice il presidente dell’Arst Giovanni Caria - perché ci mancano vagoni, locomotive e automotrici. E anche le linee hanno bisogno di controlli e urgenti lavori. Queste carenze si riflettono in un calo dei passeggeri del servizio turistico. L’anno scorso sulla Mandas-Arbatax abbiamo avuto tre deragliamenti senza conseguenze per le persone, ma la sicurezza deve essere al primo posto nelle nostre linee guida”.

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Sito ufficiale del Trenino Verde della Sardegna

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