Accorato, drammatico, disperato... si stanno esaurendo gli aggetivi per definire gli appelli che operatori e stakeholder del settore turistico rivolgono alle istituzioni per chiedere un intervento governativo volto a invertire la rotta che sta facendo perdere all'Italia leadership e competitività nel mercato turistico (sempre più) globale. L'ultimo "grido di dolore" arriva da Federalberghi.
L'associazione di categoria delle imprese alberghiere italiane, attraverso il suo presidente Bernabò Bocca, si rivolge al governo che verrà per chiedere un deciso intervento, in grado di riformare e di investire profondamente e con convinzione nel settore turistico. E l'appello muove da alcune considerazioni drammatiche: il saldo tra nuove aperture e chiusure di imprese ricettive, per esempio, nel 2012 è stato pari a -811 unità, e il fatturato per camera ha segnato l’anno scorso un calo dell’1,2% mentre in Europa cresceva del 4,8%. Analizzando i dati più in profondità, il problema più urgente pare uello del costante calo del turismo interno: nel primo trimestre 2013 gli italiani fanno segnare un -4,4% nell'andamento dei pernottamenti. Ma la mancanza di investimenti e strategie rischia di far scivolare sempre più in basso le prestazioni economiche del turismo italiano.
Dell'appello di Federalberghi parla, tra gli altri, il quotidiano La Stampa:
Il turismo italiano è «allo stremo» e se governo e parlamento non intervengono «non solo il settore ma l’intera economia nazionale rischia un micidiale tracollo». È l’allarme lanciato dal presidente di Federalberghi, Bernabò Bocca, secondo cui l'assenza di una politica turistica sta mettendo in ginocchio le aziende. Il saldo tra nuove aperture e chiusure di imprese ricettive nel 2012 è pari a -811 unità e il Rev Par (fatturato per camera) ha segnato l’anno scorso un calo dell’1,2 per cento mentre in Europa cresceva del 4,8 (con un gap quindi pari al 6%).
Aprendo la 63esima assemblea della Federazione Benabò Bocca ha ricordato Edoardo Bongiorno, l’albergatore di Lipari che si è ucciso schiacciato dalla crisi: «La difficoltà - ha detto - sta diventando disperazione».
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