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Il ministro convoca sovrintendenti e direttori per una dichiarazione d'intenti: Le scelte economiche dell'Italia guardino con attenzione a cultura e turismo


"L'arte e il turismo sono le peculiarità italiane e, per questo, le grandi scelte economiche devono guardare con attenzione a questi due settori" è l'ultima dichiarazione di Dario Franceschini, da fine febbraio ministro dei Beni e le Attività Culturali e del Turismo.
Una dichiarazione anche d'intenti di Franceschini in quello che una nota del MiBACT definisce "un vero e proprio big talk della cultura", un incontro svoltosi ieri al Collegio Romano con oltre centocinquanta sovrintendenti, direttori di poli museali, archivi e biblioteche del Mibact convocati dal ministro per confrontarsi sulle scelte "che il governo intende mettere in campo in ambito culturale e turistico".
"Quattro ore di discussione, una cinquantina di interventi" spiegano ancora dall'ufficio stampa del ministero "che si sono focalizzati sulla necessità di introdurre sistemi di agevolazione e vantaggio fiscale per chi investe in arte, su come incentivare gli atti di liberalità e la partecipazione dei privati nella valorizzazione del patrimonio culturale, sulle imminenti scelte organizzative della struttura ministeriale ai sensi della spending review, sulle aperture straordinarie dei musei". In breve, questioni fiscali, partnership pubblico-privato, tagli e strategie sono stati i temi centrali dell'incontro tra un "applaudito" Franceschini e i maggiori decisori dell'industria turistica e culturale italiana, ai quali il ministro ha detto: "Voi siete la mia squadra ed insieme dobbiamo far comprendere che questo ministero non è un ostacolo allo sviluppo, come qualcuno pensa, ma una immensa opportunità di crescita".
Franceschini ha poi manifestato la sfida di una "modernizzazione" del sistema delle sovrintendenze al fine di migliorarne e razionalizzarne l'organizzazione e le modalità decisionali, "riducendo gli ambiti di discrezionalità e aumentando il confronto ed il coordinamento nei giudizi, e ponendo maggiore attenzione alle esigenze dei territori e dell'integrazione turistica".
Il ministro ha infine affrontato un altro tema ricorrente nel dibattito sulle sorti del nostro sistema turistico culturale, ovvero la digitalizzazione, spronando i dirigenti del Mibact a essere protagonisti della sfida digitale "sia per la cultura che per il turismo" e superare i numerosi ritardi per tornare competitivi con gli altri Paesi. "Dobbiamo valorizzare il nostro patrimonio culturale attivando tutta quella rete di competenze e quei meccanismi di marketing che già usiamo per promuovere le mostre. Valorizzare un museo o un sito archeologico vuol dire valorizzare per sempre un intero territorio". Dichiarazioni che non potranno che far piacere a chi lavora quotidianamente per una vera e propria evoluzione (se non rivoluzione) del settore ricettivo, in attesa come sempre che le parole si trasformino in atti concreti.

 

 

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